Prossimo turno/A.S.D. Oratorio don Guanella Scampia
Il sorteggio per il minigirone di Coppa Italia Dilettanti ha
portato al Canada di Cervinara il famoso Oratorio don Guanella di Scampia,
Napoli. La squadra della parrocchia è abbastanza conosciuta nel mondo del
calcio dilettantistico regionale per l’impegno sociale legato allo sport. Oltre
che un’avversaria calcistica il don Guanella è un progetto per la legalità in
zone difficili come Scampia. Ecco la linea spirituale proprio di don Guanella,
che calza a pennello con i valori dei partenopei : i
bambini orfani o di strada, gli anziani, i malati terminali e coloro che
rischiano l’emarginazione, perché considerati “umanità di seconda categoria”,
oggi chiamati “diversamente abili”, che don Guanella chiama ‘Buoni Figli’ Dio
si fa sollecito con la sua Provvidenza; l’uomo risponde con il dialogo intenso,
che è fede, preghiera, fiducia, affetto e semplicità e con l’impegno a farsi
Buon Samaritano verso chi giace ferito ai bordi della strada della vita. La
pedagogia in questa famiglia è riassunta in un semplice binomio: a tutti dare
“Pane e Signore”. “Pane”: come attenzione alla promozione umana della persona,
al suo sviluppo fisico, intellettivo, psicologico e sociale. “Signore”: con
l’occhio vigile anche ai bisogni insopprimibili della sua spiritualità, da
coltivare fino a quella maturità cui
ciascuno è chiamato sia nel rapporto con Dio, che nella società.
Proprio qualche mese fa una delegazione di ragazzi
dell’Oratorio Don Guanella di Scampia, del torneo di calcio a 7 riservato agli
under 14, promosso da CSI, TIM e Lega Serie A, si è allenata insieme agli
azzurri. Reciproca emozione quella vissuta oggi pomeriggio dai ragazzi della
Junior TIM Cup – il torneo di calcio a 7 riservato agli under 14 promosso da
CSI, TIM e Lega Serie A - e dai giocatori dell’S.S.C. Napoli, presso il centro
sportivo di Castel Volturno, per un pomeriggio all’insegna dei valori più
genuini che il gioco del calcio riesce a trasmettere. Una delegazione di 20
ragazzi dell’Oratorio Don Guanella di Scampia è stata ospitata dall’S.S.C.
Napoli e si è allenata insieme al tecnico Rafa Benitez e ai giocatori azzurri.
Un pomeriggio nel quale l’entusiasmo e la passione dei ragazzi della Junior TIM
Cup hanno contagiato tutto l’ambiente nerazzurro con lo scambio dei
gagliardetti e la realizzazione di videomessaggi per la campagna contro il
cyberbullismo #IlBulloèUnaPalla.
La Junior TIM Cup, giunta alla terza edizione, vede
protagonisti gli oratori delle 15 città le cui squadre militano nella Serie A
TIM 2014-2015 e ha già coinvolto 18mila ragazzi di tutta Italia. Come per gli
anni precedenti alcune partite vengono disputate negli stadi in cui giocano le
squadre del massimo campionato, durante il pre-partita dei match di Serie A
TIM. A Napoli, lo scorso 26 gennaio, le squadre degli oratori San Lorenzo
Maggiore e Resurrezione di Scampia si sono sfidate allo stadio “San Paolo” nel
pre-partita di S.S.C Napoli – Genoa C.F.C. Centro Sportivo Italiano, TIM e Lega
Serie A tornano così in campo promuovendo e sostenendo una competizione di
calcio giovanile che, oltre all’aspetto sportivo, celebra quel patrimonio di
valori, storie e buone pratiche che costituiscono il riferimento del progetto
di TIM “Il calcio è di chi lo ama”.
Fin qui tutto bene.
I casini mediatici nazionali, immancabili, sono scoppiati quando
Napoli torna sotto i riflettori e vengono pescate storie di baruffe calcistiche
in Irpinia. Le tarantelle fanno parte del calcio e l’agonismo gioca brutti
scherzi nel bene e nel male.
Ecco l’articolo nazionale apparso sul Secolo d’Italia, di Girolamo
Fragalà del 26 giugno 2014, che parla degli avversari dell’Audax Cervinara:
SECOLO D'ITALIA: Sarebbe utile un esame di coscienza sul vero razzismo. Anche
quello che colpisce Scampia…
Il vero razzismo è quello strisciante, che non fa rumore e
che s’inchioda nel pensiero delle persone trasformando un’ipotesi o
un’illazione nella realtà. E questa realtà viene trasmessa negli anni, vengono
costruite idee preconcette, si dà vita a stereotipi. Non ne sono vittime gli
immigrati, come spesso il politicamente corretto vuol far credere, perché
chiedere controlli e limitare le invasioni delle coste non significa essere
razzisti ma razionali. Non ne sono vittime i gay, perché essere contro i
matrimoni e le adozioni omosessuali non significa essere razzisti ma voler
conservare tradizioni e princìpi radicati nei secoli. Non ne è stata vittima la
Kyenge, al di là delle battute sopra le righe, perché qualsiasi politico è
oggetto di critiche e di ironie. Lo stesso dicasi per la Boldrini, sbeffeggiare
le sue gaffe non è offesa sessista. Il razzismo è nelle etichette incollate
sulle carte d’identità, che ti porti indietro per tutta la vita. Etichette che
fanno più male e meno male. Fanno meno male quelle che vogliono i genovesi
tutti tirchi, i settentrionali polentoni, i milanesi lavoratori indefessi.
Fanno più male quelle che vogliono i romani tutti coatti. Fanno malissimo
quelle che vogliono i napoletani tutti violenti, sfaccendati, pizza e
mandolino, «che non si lavano» o altre stupidate del genere; i meridionali
«tutti della stessa pasta, non vogliono lavorare»; i calabresi «omertosi»; i
siciliani «sospetti mafiosi». Non è così, sono pessimi stereotipi che si
tramandano nel tempo, creati dall’ignoranza. O meglio, creati da quegli
ignoranti che si sentono superiori quando raccontano che ignorante è l’altro. Un
noto cantante partenopeo, Nino Buonocore, che ha vissuto una stagione di
successo, puntualmente era costretto a specificare che sì, era napoletano, ma
cantava brani d’autore, di spessore, e non roba dei vicoli, altrimenti il
pubblico lo accoglieva con freddezza e non trovava spazio. Chi è nato o vive a
Scampia, dove viveva Ciro Esposito, il tifoso morto dopo tanti giorni di
sofferenze, è bollato a vita, sempre a causa del «sentito dire». Eppure lì, in
quel quartiere difficile, ci sono tante persone perbene, lavoratori onesti,
gente che si sacrifica per portare avanti la famiglia. Non a caso dalla
famiglia di Ciro Esposito sono giunti messaggi di pace e buon senso. Dalla
madre di Ciro Esposito è arrivato un appello coraggioso per fermare la violenza
dentro e fuori gli stadi che stride con il silenzio di istituzioni distratte
quando muore un tifoso del Napoli, un ragazzo di Scampia. Perché i napoletani
di quel quartiere, anche se si presentano fuori dai confini del loro rione,
restano «di Scampia», quindi delinquenti da tenere alla larga. Razzismo puro,
perché in ogni città, in ogni metropoli, ci sono zone ad alto tasso di rischio,
ma nessuno si sogna di farne un pregiudizio verso l’intero popolo. Solo per i
campani, i calabresi e i siciliani si va giù duro con una generalizzazione
pessima. Sarebbe fin troppo facile rispondere con la storia di queste regioni,
con i figli che hanno regalato all’Italia, con la cultura che hanno portato in
ogni angolo del mondo. Sarebbe facile ma inutile, tanto chi non vuole
ascoltare, non sente. E non sente la politica, incapace di vedere dov’è
insinuato il vero razzismo. Non solo nelle curve ma ovunque, nei bar, nelle
salumerie, nei ristoranti, nei centri commerciali. «I ragazzi di Scampia – ha
detto don Aniello Manganello, il prete anticamorra – sono stati vittime di
episodi di razzismo pesantissimi domenica scorsa, in occasione della finale
regionale per il passaggio in Promozione tra Virtus Avellino e Oratorio Don
Guanella, giocata sul campo del rione San Tommaso di Avellino a porte chiuse
per inagibilità del campo, ma tutti hanno fatto finta di niente. Ora siamo
stufi». Tutti hanno fatto finta di niente. Come da decenni. Come sempre.
Il caso razzismo di Avellino venne altamente pompato, ma i
toni si stemperano con la Gazzetta dello Sport:
DON GUANELLA
A due passi dal parco della Villa Comunale di
Scampia, comincia Miano, altro quartiere, ma il confine non si capisce o forse
è segnato da quell’incombente viadotto ancora più brutto del suo nome, Asse
Perimetrale. All’ombra di questa grigia ferita di cemento c’è un altro centro
di eccellenza. "L’Opera don Guanella – illustra don Enzo Bugea Nobile,
direttore della Fondazione Fernandes – è presente qui da mezzo secolo. Noi
operiamo su due fronti: c’è il semi-convitto che accoglie 150 bambini dalla
materna alle soglie delle superiori, molti ce li segnalano i servizi sociali,
per i più grandi organizziamo 5 diversi corsi specialistici per avviarli al
lavoro. Ospitiamo anche persone che hanno parenti nel vicino carcere di
Secondigliano o detenuti che hanno qualche giorno di permesso. Sono 25 le
persone dello staff". Fuori, nell’adiacente oratorio, è un viavai di
giovani con borsoni alle volte più grandi di loro: creste alla Hamsik, tanto
gel e grandi sorrisi. Dal 1994 c’è la ASD Oratorio don Guanella che oggi ha 9
squadre fra Figc e Csi, dalla scuola calcio alla Promozione. "Il calcio –
riprende don Enzo – è un grande punto di riferimento per i nostri ragazzi. Un
grande laboratorio di prevenzione, dal lunedì al venerdì frequentano l’oratorio
con spirito di fraternità e allegria. Una formidabile funzione di crescita
educativa perché distoglie da situazioni a rischio".
REGALO DI TIM
Fabio Esposito dirigente del settore calcio
insieme a 20 volontari, ci mostra il campetto sintetico, regalato da Tim, Lega
Calcio di Serie A e Csi, e le maglie di gioco che sono indossate a ogni partita
da 4 anni: "Gesù è più forte della camorra", c’è scritto. È il titolo
del libro di Aniello Manganiello, per 16 anni prete di frontiera a Scampia.
"Gesù è il nostro punto di riferimento – conclude don Enzo, un prete del
fare -. Ci detta i valori del rispetto e della giustizia contro l’illegalità,
la sopraffazione. Siamo impegnati in molti campi in un quartiere di frontiera,
dove a volte i congiunti non si vedono perché sono in carcere (qui c’è una
microcriminalità diffusa, spesso portata avanti da minori, ndr). Questo centro
vuole essere un punto di riferimento". Quella maglia, la forza della fede
e il grande gesto di coraggio dei dirigenti, dei tecnici e di 250 giocatori di
ogni età.
La scheda
Squadra: Associazione Sportiva Dilettantistica don Guanella
anno fondazione: 1994
colori: blu
gruppi: -
amicizie: -
rivalità: Virtus Avellino
Stadio: Hugo Pratt Scampia
sito: http://www.guanelliani.org/
città: Napoli
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