domenica 28 ottobre 2018

LUCAS & FOX in GERMANIA!



Il Curvometro Cervinarese a Gelsenkirchen del 20.10.18
Shalke 04 - Werder Brema (0-2)



"In Germania fa freddo ad Agosto, figuriamoci a metà Ottobre". 

Con questa consapevolezza prepariamo la prima trasferta in Nord Europa della Cervinara Ultras insieme alla Banda Fox, ossia gli Ultras Avellino della Vecchia Guardia che onorano il caro Antonio detto Fox, la “roccia ultras” che ci ha lasciato prematuramente.
Purtroppo, gli Ultras Cervinaresi, in questa maledetta estate, hanno versato lacrime di dolore e rabbia per l’amara scomparsa del nostro Lucas, un ribelle che ha macinato tanti chilometri sia con la Curva Sud Avellino, sia con gli Ultras Audax Cervinara. Lo stile e la mentalità ci impongono di ricordare, a modo nostro, i nostri amici volati nella Curva Paradiso degli Ultras.

La trasferta “nasce” questa estate, poco dopo la chiusura del primo Fox Ever, l’evento ideato dall’Avellino Ultras per mantenere vivo il ricordo di chi ha dato tutta la vita per un ideale puro e senza compromessi. Da Cervinara erano arrivati un buon numero di militanti, che oltre alle pezze dell’Audax avevano rispolverato, per l’occasione, lo storico striscione del Cervinara Clan “Salvatore De Simone /Antonio Mazzariello”.

La tre giorni in quel di Atripalda resterà incisa nelle menti dei presenti per la pioggia di emozioni vissute. Proprio lì nacque la trasferta a Brema, anche se nessuno avrebbe mai immaginato l’orrore vissuto pochi giorni dopo. Lucas o’Brasilian, una delle nostre colonne, si toglie la vita e tutti quei ricordi scanzonati & ribelli si trasformano in mille coltellate al cuore.


L’estate prima Fox, ora Lucas.

Lutti che segnano le vite di chi resta schiacciato dal dolore, ma la reazione dell’Ultras è ben diversa ed estranea alla massa. Il ricordo si incarna nella lotta e la lotta è incarnata nei chilometri vissuti in una certa maniera.
L’amicizia con gli Ultras del Werder Brema sboccia poco dopo il fallimento del 2009, punto di non ritorno per la Curva Sud popolata dagli Ultras Irpini. Quella realtà eterogenea, articolata e unita vive momenti difficili, dettati da una mentalità che trasforma la Curva Sud nella prima entità curvaiola senza una squadra in campo da seguire a causa del fallimento dell’UeSse Avellino 1912, matricola 4960. Questa storia ha avuto un corso abbastanza movimentato, ricco di gioie e di dolori, ma la prima trasferta di Brema, per quel manipolo di Lupi, fu l’occasione giusta per ululare al mondo la propria esistenza ad oltranza. Da allora il Verde è il colore che unisce le due tifoserie, senza se e senza ma.


Da Bremen a Gelsenkirchen.

A Luglio dalla Libera Città Anseatica di Brema arriva un messaggio di cordoglio in Irpinia per Lucas e la Cervinara Ultras apprezza il nobile gesto. Vedere la sua sciarpa al cielo ha qualcosa di magico e unico. Il mondo ultras è sempre nell’occhio del ciclone, spesso per tarantelle reali o presunte tali. 
La vera essenza di questa controcultura, che dà lustro all’Italia in tutto il pianeta, non può essere trasmessa o interpretata. La devi vivere in prima linea, tra il profumo dei fumogeni, le scintille delle torce e la stoffa delle bandiere al vento. 
Per i ragazzi di Brema la trasferta contro lo Shalke 04 è delicata non solo per la classifica, ma anche per la vecchia rivalità  tra le fazioni. Per di più i Blau und weiss sono gemellati con i Pisciauoli di salierno. Come è piccola l’Europa, no?!

La vigilia è frenetica, siamo un bel branco verde, molto carico per l’eventuale incontro con i rivenditori di pesce. Un derby casuale, per pochi eletti, ma dal sapore internazionale. 
Per molti di noi, invece, è un tuffo nel passato. 
Sono trascorsi nove lunghi anni da quel maledetto 10 luglio 2009 e le strade di “quella famiglia” si sono divise più o meno tra Virtus Avellino, Abellinum, Baiano, Lioni, Bisaccia, Sant'Agata Irpina, Audax Cervinara, Sirignano, Pallacanestro Scandone, A.S. Avellino, la Nazionale e gli UeSsini, ossia quegli ultimi romantici, testardi e orgogliosi come l’Irpinia comanda. 

Il rispetto reciproco per le varie scelte è alla base di tutto, ma il tempo ha scavato un profondo solco tra chi ha scelto di difendere una bandiera, anche senza l’aiuto del vento e chi ha fatto buon viso a cattivo gioco, arrangiandosi alla meglio. Con il passar degli anni qualche frattura è stata risanata, ma le cose in casa avellinese non sono tornate mai più come prima.  


Appena arrivati a Brema viene sfatato il tabù del freddo polare. Nessuna bufera nordeuropea da mettere in ginocchio persino i Vikinghi, anche se c’è da dire che la nobile stirpe Irpina è abituata al tagliente vento gelido dello Stadio Partenio.

Per ragioni logistiche si parte da due aeroporti, Napoli e Bergamo, ma l’arrivo è previsto più o meno per tutti venerdì sera. Indossiamo compatti le nuove felpe dedicate al caro Fox e per le strade della città tedesca veniamo notati e salutati con simpatia. Addirittura in un locale dei semplici tifosi ci offrono da bere. L’atmosfera che si respira (…e si beve) tra le strade di Brema è, a dir poco, fantastica. 


Green is the color, football is the game, Brema & Avellino you’ll never walk alone è l'inno che sancisce questa amicizia, apparentemente senza una logica, se non quella dei colori sociali. 
Invece, oltre la maglia c’è l’essenza di chi dedica il proprio essere a una bandiera e a un gruppo, voce di una comunità umana, nel bene e nel male.

Dopo esserci sistemati in albergo, andiamo presso un pub/ritrovo tutto dipinto di Verde e iniziano a sgorgare le prime pinte delle ottime birre tedesche. E’ bello riabbracciare gli amici giunti ad Atripalda la scorsa estate. Vedere quelle facce ci catapulta di nuovo nel passato, ma ora c’è solo voglia di sorridere e brindare a chi non c’è più.

Questa è la patria della Beck’s, ma tutta la birra è di qualità da queste parti, dove nei locali pubblici si può fumare e i pacchetti di sigarette sono da 25/30/40 unità. 
Sfatiamo anche l’altro mito legato all’October Fest: quella festa della birra è tipica della Bavaria, non di tutte le regioni/land tedesche. Altro equivoco, figlio della scarsa attenzione verso il mondo d’oltralpe, è il nome Werder uguale Verde. Invece, in tedesco verde si scrive gründ, quindi il colore della società nata nel 1899 non c’azzecca niente
Il nome, infatti, venne ideato da una squadretta di studenti che giocava al calcio vicino alle rive del fiume Weser e utilizzò un vocabolo dialettale come nome di battaglia, cioè Werder, che letteralmente significa “Isolotto sul fiume”.


Lo stadio è un caldo punto di aggregazione giovanile, con una discoteca, una sede enorme per i gruppi, un negozio molto fornito ed il museo storico della società. Il Werder ha conquistato quattro scudetti, sei Coppe di Germania, tre Supercoppe nazionali, una Coppa Bundesliga, una Coppa delle coppe e tre Coppe Piano Karl Rappan. Le gradinate, ricoperte da pannelli solari, sorgono sulle rive del fiume Weser, che dà anche il nome alla struttura capace di ospitare ben 45mila spettatori, quasi come il glorioso Partenio degli anni Ottanta.

Nessun incontro ufficiale tra i Lupi ed il Werder, solo tanta simpatia in passato per la cinquina dei Grün & Weiß rifilata al Napoli di Maradona, all'epoca detentore  della Coppa Uefa. Una sconfitta pesante che costò l’eliminazione di Alemao e compagni dalla scena europea. 
Era la stagione 89/90 e la finalissima tutta italiana tra Fiorentina, che eliminò il Werder, e Juventus venne giocata allo Stadio Partenio di Avellino. Il Renato Curi di Perugia, utilizzato al posto dell’Artemio Franchi di Firenze per i lavori di Italia 90, venne squalificato a causa di intemperanze dei Viola. A seguito di tali episodi si optò come punizione per un campo neutro a debita distanza dalla Toscana. La Uefa scelse Avellino, in barba al campanilismo, visto il risaputo rapporto di amicizia tra Irpini e Juventini ed il conseguente astio tra Lupi e Gigliati, che teoricamente avrebbero dovuto giocare in casa o su un campo almeno neutro.




La truppa Irpina pronta ad affrontare la trasferta nella trasferta ha il morale alto, grazie al fascino della situazione. Il Werder Brema sta volando in classifica e la tappa alla Veltins Arena di Gelsenkirchen è fondamentale per proseguire la marcia verso i vertici della Bundesliga. Dal 2001 lo Shalke 04 gioca in questo stadio che può contenere 61.481 spettatori paganti. 

Il viaggio si trasforma in epopea. Quasi trecento chilometri dividono le due città e le tre ore di viaggio previste diventano almeno il doppio. Migliaia di tifosi partono, con ogni mezzo, dalla cittadina che nel 787, grazie a Carlo Magno, divenne il più importante centro religioso del Nord Europa. Oggi la Kurve è impegnata in una campagna antirazzista che la connota chiaramente. 
Il viaggio in torpedone è infinito, ma attraversare la terra tedesca, insieme ai tedeschi, è un’esperienza da incorniciare.

ADESIVI? NAIN!

Lì c’è una battaglia a suon di adesivi che colora le strade e le città. Si segna il passaggio marchiando il territorio. La Polizei locale non è presente durante il viaggio e ciò ci lascia perplessi. In Italia schierano l’esercito per Cervinara/Montesarchio o per Avellino/Napoli, invece nella precisa e impeccabile Germania c’è libertà di movimento, almeno apparente.

Il viaggio di andata è piacevole e rumoroso. La tekno tedesca, a tratti assordante, sembrava quella dell'East Side. In alternativa c'è solo musica leggera degli anni Ottanta italici, intervallata dai Prodigy e affini. Si passa dall’inno del Werder a Toto Cutugno con la chitarra in mano, senza batter ciglio. 
Il gemellaggio musicale non copre, però, i tanti cori degli Irpini contro Shalke e Amburgo, intervallati dai Salerno Salerno vaffanculo dal chiaro accento teutonico, spesso lanciati dai fratelli biancoverdi.


Arriviamo a Gelsenkirchen in netto anticipo, per l’esattezza ben tre ore prima del calcio d’inizio. All’interno della tifoseria gemellata con i Lupi c’è una netta divisione tra Ultras e fans, un po’ come da noi per chi frequenta la curva e chi le tribune o i distinti.

Nello stesso parcheggio degli ospiti giungono decine di padroni di casa che abbracciano gli avversari e scambiano birrewustel e pacche sulle spalle. Da noi, spesso, sono proprio i tifosi a non concepire alcun contatto con gli avversari, mentre qui è esattamente l’opposto. 
Dopo l’ennesima bionda ci avviciniamo all’entrata della Veltins Arena e notiamo la compostezza dei tedeschi nel prefiltraggio. L’entrata è da brividi. Stadio colmo in ogni ordine di posto, anche se lo Shalke 04 non sta stracciando il campionato, anzi annaspa a metà classifica, nell'anonimato più assoluto.


La pezza LUCAS ETERNO ULTRAS fa il suo esordio. La Cervinara Ultras ha scelto il Verde in onore del Cervinara Clan e per questa volta tornano i colori di un tempo, come per magia. 
Il settore ospiti è senza sediolini nel lato inferiore, dove appendono gli striscioni gli ultras, mentre la curva superiore è gremita dai fans, tutti rigorosamente seduti e ordinati. 

Il tifo del Brema è di ottima fattura e la bolgia biancoverde trascina alla conquista dei tre punti la squadra di Pizaro. Appese al vetro le pezze Fox, Lucas e una bandierina storica dell’Avellino. Spiccano le felpe verdi con l’alloro, mentre fanno bella mostra le vecchie sciarpe della Sud, tra tutte la Green Rock nera per i diffidati, la gialloverde del Kaya Group e quelle del Clan e dei New Bush dedicate rispettivamente alla memoria di Antonio Mazzariello, Salvatore De Simone e Antonio Petrillo.

Per oltre novanta minuti sventola, alto e fiero, il bandierone giallo/verde con la sagoma del Fox. 
La Kurve è molto colorata grazie allo sventolio continuo di decine di bandieroni con lunghe aste ed il massiccio supporto vocale incide in campo. I padroni di casa dello Zeroquattro, nonostante la batosta casalinga, non si fermano mai, anche se il loro tifo non si è quasi mai sentito, se non quando ad inizio gara hanno cantato gli inni "Blau und weiss wie lieb ich Dich" e "Königsblauer S04".



Il Branco verde porta fortuna ai fratelli del Nord che dopo il triplice fischio festeggiano una vittoria secca per due reti a zero. Esplode il popolo Grün & Weiß  che ora, a soli tre punti dalla vetta, inizia a sognare ad occhi aperti il quinto scudetto o la Champions League.

Nessun incidente tra le opposte fazioni, anzi il clima era decisamente disteso e pacifico. 
Dei fantomatici salernicani nessuna traccia, ma solo una leggera puzza di pesce marcio, che ha contaminato l'area a causa delle precedenti visite dei cavallucci marini
Circolano voci che i temibili granata$ siano stati bloccati da una forte mareggiata nel porto di Salerno e viaggiano da giorni, senza meta, a largo di Ischia. 
La Guardia Costiera segue la scia della puzza di pesce. 
A breve novità sul caso.

Usciamo dal settore ospiti in corteo insieme agli U.B. il gruppo ospitante che ci ha fatto sentire a casa, nonostante i limiti della comunicazione. Tra Ultras, però, ci si capisce con uno sguardo, un paio di birre e un po’ di inglese. Tirando le somme di questi novanta minuti in Bundesliga, emerge uno stile ultras simile a quello italiano degli anni Novanta. Striscioni, bandiere e tamburi sono l’anima di questa tifoseria che canta ritmi abbastanza familiari. Tanti i battimani, come i lanciacori che si alternano sulla vetrata. Rigorosamente vietato l’uso di telefoni cellulari nel settore destinato al tifo organizzato e guai ad attaccare un adesivo. Divieto, quest’ultimo, non rispettato da tutti. Interessante il coro a rispondere fatto tra tifosi di sopra e quelli di sotto, momento unitario per tutti i presenti con la sciarpa verde al collo.



Gli amici di Fox & Lucas si compattano partecipando attivamente al sostegno, pur non cantando in tedesco, ma seguendo solo il ritmo con voce e mani. Nulla da registrare all’uscita, dove in maniera composta si sono riversati i festanti diretti a Brema. Le strade all’esterno dell’Arena erano presidiate capillarmente dalle fdo. Qui le guardie hanno il numero identificativo, a differenza dell’Italia. 
Attimi di tensione solo prima di risalire sui torpedoni. Una piccola scaramuccia con i robocops e si riparte alla volta del nord con la consapevolezza di essere stati guidati dall’alto, da quella Curva Paradiso che non ci ha lasciato nemmeno per un istante.

Fox & Lucas sono con noi!

L’interminabile viaggio di ritorno è bagnato dalla prelibata birra locale, alternata da succulenti panini e da liquori quasi imbevibili. Il bruciore di stomaco causato dalla bottiglia di Michelada resterà negli annali. La birra del diavolo, detta anche preparada, è una micidiale bevanda alcolica messicana, fatta con birra, succo di lime a spezie, salse, peperoncino sudamericano e succo di pomodoro. Al secondo posto, invece, si classifica la brutta copia dell’amato assenzio verde. La bottiglia di colluttorio verde resta mestamente piena e fa tremendamente rimpiangere il nostro Anthemis di Montevergine. 

Tutto sommato si è viaggiato in uno scenario caratteristico, estremamente bello e dai mille significati.
Per la cronaca, Presiello vince la lotteria interna riuscendo ad indovinare il risultato finale della gara. Un due a zero pronosticato, senza appello, e letto dalla scuola di Piazza Trescine. 
Il cospicuo premio viene devoluto, naturalmente, ai diffidati di Brema.



In questi casi non si ringrazia un fratello, ma l’accoglienza della Brema Ultras è stata davvero di cuore. Un cuore verde che unisce, oltre le differenze culturali tra due mondi apparentemente distanti, ma riuniti dall’ideale ultras. 

Torniamo piano piano sulle rive del Weser, rischiando di perdere anche qualche elemento per strada a causa di un classico ritardo al bar. Altri trecento chilometri sulle spalle e si torna sotto la Curva dei ragazzi di Brema. Dopo i saluti di rito si prepara il ritorno a casa di una parte del branco. 
L’indomani per qualcuno c’è la partenza in aereo, mentre il resto della banda ha il lusso di godersi un’altra sera in giro per le strade della città, tra fiumi di birra, kebab con i crauti, aneddoti e risate.

Impeccabile l’organizzazione dei padroni di casa, che tra abbracci e sorrisi, scambiano sciarpe, felpe e adesivi. La delegazione Irpina, infine, saluta con un brindisi la statua di Rolando di Brema, simbolo di giustizia e libertà. Ora si attende l’estate per il secondo Fox Ever e anche a Cervinara bolle qualcosa in pentola. L’essere Ultras non conosce limiti o barriere, divieti o restrizioni, categorie o competizioni.
Essere Ultras, esserlo nella mente.



venerdì 26 ottobre 2018

giovedì 25 ottobre 2018

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avversari_uac




Avversari/solofra

Ogni gara con i pellajuoli di solofra ha un sapore particolare sotto le montagne Cervinaresi. Senza ombra di dubbio i tempi sono cambiati. Prima il solofra era una delle piazze vive e calorose del tifo dilettantistico irpino, almeno nei primi anni novanta.
Il crollo di qualche stagione successiva venne assorbito dalla tifoseria solo verso il 2003/04 per poi spegnersi definitivamente nel 2011.
Riportiamo lo sfogo dell’ultimo capo ultrà dei conciari:

Hanno atteso quasi già rassegnati al peggio l’ufficialità della cessione del titolo all’Atripalda ma ora è giunto il momento di dare sfogo ad un sentimento di rabbia e delusione che faticherà ad essere smaltito. Gli ultras del Solofra alzano la voce e lo fanno per mezzo del loro capo ultras Giuseppe, baluardo del tifo gialloblu. Da anni al fianco della squadra, il numero uno dei supporters solofrani si lascia andare ad un duro sfogo, conseguenza inevitabile della frustrazione accumulata negli ultimi tempi:
Non ho parole per quanto è accaduto. Io come tutti i tifosi abbiamo seguito il Solofra sin dai primi giorni di ritiro. Ogni settimana durante gli allenamenti siamo stati vicini alla squadra. Ora, con tanta rabbia in corpo e le lacrime agli occhi, non ci resta che ringraziare i nostri amministratori e gli imprenditori del posto che non hanno fatto nulla per salvare il salvabile. E’ facile salire sul carro dei vincitori per poi abbandonarlo quando le cose vanno male”.
Una presa di posizione durissima da parte di chi ha da sempre amato e sostenuto i colori gialloblu. Magari non servirà a molto ma se si vuol tornare a fare calcio si può ripartire anche dalla passione di un’intera piazza.

Da allora solo silenzio sulle gradinate e il rischio di chiudere anche i battenti. Il titolo sportivo stava per essere venduto per l'ennesima volta e solo un colpo di coda ha salvato la compagine nata nel 1970. Sono sbiaditi i ricordi della serie D e/o delle prestigiose stagioni in Eccellenza.
Qualche sussulto c'è stato, ma sono davvero lontani gli anni ruggenti.
Anche in questo caso i Tradizionalmente assenti non affolleranno il settore ospiti del Canada.




La scheda
Squadra: A.S.D. solofra calcio
nome gruppo: nessuno
anno fondazione: 1970 (a.c. solofra)
gruppi sciolti: Commandos Ultrà, Visibilità Zero, Brigata Veleno, Ultrà solofra;
colori: gialloblu
gemellaggio: Boys Caivanese
amicizie: Hard South u/av, Audace Cerignola, Grotta, Ebolitana, Ostuni
rivalità: Ariano Irpino, Montoro, Angri, Audax Cervinara;
politica: apolitici
Stadio: A.Gallucci
città: solofra

TUTTI AL CANADA ROBERTO CIOFFI!



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Tifosi organizzati Audax Cervinara (1952/53)

mercoledì 24 ottobre 2018

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Guarda il servizio di UserTv:
Audax Cervinara - Polisportiva S.Maria Cilento (3-0)
Quarti di finale Coppa Italia L.N.D. (andata)

sabato 20 ottobre 2018

giovedì 18 ottobre 2018

mentalità_uac



avversari_uac



Avversari/San Vito Positano

Definirla una struttura idonea alla categoria è un eufemismo. Il Vittorio De Sica, che ospiterà la settima battaglia dell’Audax Cervinara contro il San Vito Positano 195,6 sarà popolato dai soliti passanti, da qualche sportivo e da una miriade di parcheggiatori. 
Decine di tifosi appollaiati sulle mura del pessimo campo sportivo di Positano e di rado qualche bandiera sfoderata per le gare casalinghe sono gli unici segni di vita per questa realtà. 
Il manipolo di ultras locali ha chiuso i battenti da qualche stagione, nonostante qualche apparizione occasionale. I giallorossi salernitani sono legati da un forte rapporto di amicizia con i sorrentini. Con il Cervinara, tuttavia, non ci sono stati attriti, ma è sempre bene avere gli occhi aperti.

Al momento si attende la decisione ufficiale sull’apertura delle porte per gli ospiti.


Le parole del sindaco positanese, riportate da Positano news, sono emblematiche:
“Puntiamo a migliorare il campo e a ben figurare in campionato – ha detto il sindaco Michele De Lucia –  , ma soprattutto ci teniamo al settore giovanile”. Il Campo sportivo De Sica di Montepertuso è croce e delizia della squadra. Le richieste del presidente onorario Alessandro Cecchi Paone del sintetico, la mancanza di spalti e quindi della possibilità di far pagare, anche la stessa sistemazione della tifoseria, sono i problemi logistici di sempre.


La Scheda
Squadra: San Vito Positano
anno fondazione: 1956
colori:giallorosso
nome gruppi: Positano 1956 ultras (sciolto nella stagione 16/17), Supporters 56.
gemellaggi: Sorrento fc
simpatie: Giarre
rivalità: Salernitana
Stadio: Vittorio De Sica

Città: Positano (Sa)

PORTE CHIUSE SETTORE OSPITI