Il Curvometro Cervinarese a Gelsenkirchen del 20.10.18
Shalke 04 - Werder Brema (0-2)
"In Germania fa freddo ad Agosto, figuriamoci a metà Ottobre".
Con questa consapevolezza prepariamo la prima trasferta in Nord Europa della
Cervinara Ultras insieme alla Banda Fox, ossia gli Ultras Avellino della
Vecchia Guardia che onorano il caro Antonio detto Fox, la “roccia ultras” che ci ha lasciato prematuramente.
Purtroppo, gli Ultras Cervinaresi, in questa maledetta
estate, hanno versato lacrime di dolore e rabbia per l’amara scomparsa del nostro
Lucas, un ribelle che ha macinato tanti chilometri sia con la Curva Sud
Avellino, sia con gli Ultras Audax Cervinara. Lo stile e la mentalità ci
impongono di ricordare, a modo nostro, i nostri amici volati nella Curva
Paradiso degli Ultras.
La trasferta “nasce” questa estate, poco dopo la chiusura del
primo Fox Ever, l’evento ideato dall’Avellino Ultras per mantenere vivo il
ricordo di chi ha dato tutta la vita per un ideale puro e senza compromessi. Da
Cervinara erano arrivati un buon numero di militanti, che oltre alle pezze
dell’Audax avevano rispolverato, per l’occasione, lo storico striscione del
Cervinara Clan “Salvatore De Simone /Antonio Mazzariello”.
La tre giorni in
quel di Atripalda resterà incisa nelle menti dei presenti per la pioggia di
emozioni vissute. Proprio lì nacque la trasferta a Brema, anche se nessuno avrebbe
mai immaginato l’orrore vissuto pochi giorni dopo. Lucas o’Brasilian, una delle
nostre colonne, si toglie la vita e tutti quei ricordi scanzonati & ribelli
si trasformano in mille coltellate al cuore.
L’estate prima Fox, ora Lucas.
Lutti che segnano le vite di chi resta schiacciato dal
dolore, ma la reazione dell’Ultras è ben diversa ed estranea alla massa. Il
ricordo si incarna nella lotta e la lotta è incarnata nei chilometri vissuti in
una certa maniera.
L’amicizia con gli Ultras del Werder Brema sboccia poco dopo
il fallimento del 2009, punto di non ritorno per la Curva Sud popolata dagli
Ultras Irpini. Quella realtà eterogenea, articolata e unita vive momenti
difficili, dettati da una mentalità che trasforma la Curva Sud nella prima
entità curvaiola senza una squadra in campo da seguire a causa del fallimento dell’UeSse
Avellino 1912, matricola 4960. Questa storia ha avuto un corso abbastanza
movimentato, ricco di gioie e di dolori, ma la prima trasferta di Brema, per quel manipolo di Lupi, fu
l’occasione giusta per ululare al mondo la propria esistenza ad oltranza. Da allora il
Verde è il colore che unisce le due tifoserie, senza se e senza ma.
Da Bremen a Gelsenkirchen.
A Luglio dalla Libera Città Anseatica di Brema arriva un messaggio di
cordoglio in Irpinia per Lucas e la Cervinara Ultras apprezza il nobile gesto.
Vedere la sua sciarpa al cielo ha qualcosa di magico e unico. Il mondo ultras è
sempre nell’occhio del ciclone, spesso per tarantelle reali o presunte tali.
La
vera essenza di questa controcultura, che dà lustro all’Italia in tutto il
pianeta, non può essere trasmessa o interpretata. La devi vivere in prima
linea, tra il profumo dei fumogeni, le scintille delle torce e la stoffa delle
bandiere al vento.
Per i ragazzi di Brema la trasferta contro lo Shalke 04 è
delicata non solo per la classifica, ma anche per la vecchia rivalità tra le fazioni. Per di più i Blau und weiss sono gemellati con i Pisciauoli di salierno. Come è
piccola l’Europa, no?!
La vigilia è frenetica, siamo un bel branco verde, molto
carico per l’eventuale incontro con i rivenditori di pesce. Un derby casuale, per
pochi eletti, ma dal sapore internazionale.
Per molti di noi, invece, è un tuffo nel
passato.
Sono trascorsi nove lunghi anni da quel maledetto 10 luglio 2009 e le
strade di “quella famiglia” si sono divise più o meno tra Virtus Avellino, Abellinum,
Baiano, Lioni, Bisaccia, Sant'Agata Irpina, Audax Cervinara, Sirignano, Pallacanestro Scandone, A.S. Avellino, la
Nazionale e gli UeSsini, ossia quegli ultimi romantici, testardi e orgogliosi come
l’Irpinia comanda.
Il rispetto reciproco per le varie scelte è alla base di
tutto, ma il tempo ha scavato un profondo solco tra chi ha scelto di difendere
una bandiera, anche senza l’aiuto del vento e chi ha fatto buon viso a cattivo
gioco, arrangiandosi alla meglio. Con il passar degli anni qualche frattura è stata risanata, ma le cose in casa avellinese non sono tornate mai più come prima.
Appena arrivati a Brema viene sfatato il tabù del freddo
polare. Nessuna bufera nordeuropea da mettere in ginocchio persino i Vikinghi,
anche se c’è da dire che la nobile stirpe Irpina è abituata al tagliente vento gelido
dello Stadio Partenio.
Per ragioni logistiche si parte da due aeroporti, Napoli
e Bergamo, ma l’arrivo è previsto più o meno per tutti venerdì sera. Indossiamo
compatti le nuove felpe dedicate al caro Fox e per le strade della città tedesca
veniamo notati e salutati con simpatia. Addirittura in un locale dei semplici tifosi ci offrono da bere. L’atmosfera che si respira (…e si beve) tra le strade di Brema è, a dir poco, fantastica.
Green is the color, football is the game, Brema &
Avellino you’ll never walk alone è l'inno che sancisce questa amicizia, apparentemente senza una logica, se non quella dei colori sociali.
Invece,
oltre la maglia c’è l’essenza di chi dedica il proprio essere a una bandiera e
a un gruppo, voce di una comunità umana, nel bene e nel male.
Dopo esserci sistemati in albergo, andiamo presso un pub/ritrovo tutto dipinto di Verde e iniziano a sgorgare le prime pinte delle ottime birre tedesche. E’
bello riabbracciare gli amici giunti ad Atripalda la scorsa estate. Vedere
quelle facce ci catapulta di nuovo nel passato, ma ora c’è solo voglia di
sorridere e brindare a chi non c’è più.
Questa è la patria della Beck’s, ma
tutta la birra è di qualità da queste parti, dove nei locali
pubblici si può fumare e i pacchetti di sigarette sono da 25/30/40 unità.
Sfatiamo
anche l’altro mito legato all’October Fest: quella festa della birra è tipica
della Bavaria, non di tutte le regioni/land tedesche. Altro equivoco, figlio della scarsa attenzione verso il
mondo d’oltralpe, è il nome Werder uguale Verde. Invece, in tedesco verde si scrive gründ, quindi il colore della società nata nel 1899 non c’azzecca niente.
Il
nome, infatti, venne ideato da una squadretta di studenti che giocava al
calcio vicino alle rive del fiume Weser e utilizzò un vocabolo dialettale
come nome di battaglia, cioè Werder, che letteralmente significa “Isolotto sul
fiume”.
Lo stadio è un caldo punto di aggregazione giovanile, con
una discoteca, una sede enorme per i gruppi, un negozio molto fornito ed il museo storico della società. Il Werder ha
conquistato quattro scudetti, sei Coppe di Germania, tre Supercoppe nazionali,
una Coppa Bundesliga, una Coppa delle coppe e tre Coppe Piano Karl Rappan. Le
gradinate, ricoperte da pannelli solari, sorgono sulle rive del fiume Weser,
che dà anche il nome alla struttura capace di ospitare ben 45mila spettatori,
quasi come il glorioso Partenio degli anni Ottanta.
Nessun incontro ufficiale tra i Lupi
ed il Werder, solo tanta simpatia in passato per la cinquina dei Grün
& Weiß rifilata al Napoli di Maradona, all'epoca detentore della Coppa Uefa. Una
sconfitta pesante che costò l’eliminazione di Alemao e compagni dalla scena europea.
Era la
stagione 89/90 e la finalissima tutta italiana tra Fiorentina, che
eliminò il Werder, e Juventus venne giocata allo Stadio Partenio di Avellino. Il Renato Curi di Perugia, utilizzato al posto dell’Artemio Franchi di Firenze
per i lavori di Italia 90, venne squalificato a causa di intemperanze dei Viola.
A seguito di tali episodi si optò come punizione per un campo neutro a debita distanza dalla Toscana. La Uefa scelse Avellino, in
barba al campanilismo, visto il risaputo rapporto di amicizia tra Irpini e
Juventini ed il conseguente astio tra Lupi e Gigliati, che teoricamente avrebbero dovuto giocare in casa o su un campo almeno neutro.
La truppa Irpina pronta ad affrontare la trasferta nella trasferta ha il morale alto, grazie al fascino della situazione. Il
Werder Brema sta volando in classifica e la tappa alla Veltins Arena di Gelsenkirchen è fondamentale per proseguire la marcia verso i
vertici della Bundesliga. Dal 2001 lo Shalke 04 gioca in questo stadio che può
contenere 61.481 spettatori paganti.
Il viaggio si trasforma in epopea. Quasi
trecento chilometri dividono le due città e le tre ore di viaggio previste diventano almeno il doppio. Migliaia di tifosi partono, con ogni mezzo, dalla cittadina che nel 787, grazie a Carlo Magno, divenne il più importante centro religioso del Nord
Europa. Oggi la Kurve è impegnata in una campagna antirazzista che la connota
chiaramente.
Il viaggio in torpedone è infinito, ma attraversare la terra
tedesca, insieme ai tedeschi, è un’esperienza da incorniciare.
ADESIVI? NAIN!
Lì c’è
una battaglia a suon di adesivi che colora le strade e le città. Si segna il
passaggio marchiando il territorio. La Polizei locale non è presente durante
il viaggio e ciò ci lascia perplessi. In Italia schierano l’esercito per
Cervinara/Montesarchio o per Avellino/Napoli, invece nella precisa e
impeccabile Germania c’è libertà di movimento, almeno apparente.
Il viaggio di andata è piacevole
e rumoroso. La tekno tedesca, a tratti assordante, sembrava quella dell'East Side. In alternativa c'è solo musica leggera degli anni Ottanta italici, intervallata dai Prodigy e affini. Si passa dall’inno
del Werder a Toto Cutugno con la chitarra in mano, senza batter ciglio.
Il gemellaggio musicale non
copre, però, i tanti cori degli Irpini contro Shalke e Amburgo, intervallati dai
Salerno Salerno vaffanculo dal chiaro accento teutonico, spesso lanciati dai fratelli biancoverdi.
Arriviamo a Gelsenkirchen in netto anticipo, per l’esattezza
ben tre ore prima del calcio d’inizio. All’interno della tifoseria gemellata
con i Lupi c’è una netta divisione tra Ultras e fans, un po’ come da noi per chi
frequenta la curva e chi le tribune o i distinti.
Nello stesso
parcheggio degli ospiti giungono decine di padroni di casa che abbracciano gli
avversari e scambiano birre, wustel e pacche sulle spalle. Da noi, spesso, sono proprio i tifosi
a non concepire alcun contatto con gli avversari, mentre qui è esattamente l’opposto.
Dopo l’ennesima bionda ci avviciniamo all’entrata della Veltins Arena e notiamo
la compostezza dei tedeschi nel prefiltraggio. L’entrata è da brividi. Stadio
colmo in ogni ordine di posto, anche se lo Shalke 04 non sta stracciando il
campionato, anzi annaspa a metà classifica, nell'anonimato più assoluto.
La pezza LUCAS ETERNO ULTRAS fa il suo esordio. La
Cervinara Ultras ha scelto il Verde in onore del Cervinara Clan e per questa
volta tornano i colori di un tempo, come per magia.
Il settore ospiti è senza
sediolini nel lato inferiore, dove appendono gli striscioni gli ultras, mentre
la curva superiore è gremita dai fans, tutti rigorosamente seduti e ordinati.
Il tifo del Brema è di ottima fattura e la bolgia biancoverde trascina alla
conquista dei tre punti la squadra di Pizaro. Appese al vetro le pezze Fox, Lucas e una
bandierina storica dell’Avellino. Spiccano le felpe verdi con l’alloro, mentre
fanno bella mostra le vecchie sciarpe della Sud, tra tutte la Green Rock nera
per i diffidati, la gialloverde del Kaya Group e quelle del Clan e dei New Bush dedicate rispettivamente alla
memoria di Antonio Mazzariello, Salvatore De Simone e Antonio Petrillo.
Per oltre novanta minuti sventola, alto e fiero, il bandierone
giallo/verde con la sagoma del Fox.
La Kurve è molto colorata grazie allo
sventolio continuo di decine di bandieroni con lunghe aste ed il massiccio supporto vocale incide in
campo. I padroni di casa dello Zeroquattro, nonostante la batosta casalinga,
non si fermano mai, anche se il loro tifo non si è quasi mai sentito, se non
quando ad inizio gara hanno cantato gli inni "Blau und weiss wie lieb ich Dich" e "Königsblauer S04".
Il Branco verde porta fortuna ai fratelli del Nord che dopo
il triplice fischio festeggiano una vittoria secca per due reti a zero. Esplode
il popolo Grün & Weiß che ora, a
soli tre punti dalla vetta, inizia a sognare ad occhi aperti il quinto scudetto o la Champions League.
Nessun incidente tra le opposte fazioni, anzi il clima era decisamente disteso e
pacifico.
Dei fantomatici salernicani nessuna traccia, ma solo una leggera puzza di pesce
marcio, che ha contaminato l'area a causa delle precedenti visite dei cavallucci marini.
Circolano voci che i temibili granata$ siano stati
bloccati da una forte mareggiata nel porto di Salerno e viaggiano da giorni, senza
meta, a largo di Ischia.
La Guardia Costiera segue la scia della puzza di pesce.
A breve
novità sul caso.
Usciamo dal settore ospiti in corteo insieme agli U.B. il
gruppo ospitante che ci ha fatto sentire a casa, nonostante i limiti della
comunicazione. Tra Ultras, però, ci si capisce con uno sguardo, un paio di birre e
un po’ di inglese. Tirando le somme di questi novanta minuti in Bundesliga, emerge uno stile ultras simile a quello italiano degli anni Novanta. Striscioni, bandiere e tamburi
sono l’anima di questa tifoseria che canta ritmi abbastanza familiari. Tanti i battimani,
come i lanciacori che si alternano sulla vetrata. Rigorosamente vietato l’uso
di telefoni cellulari nel settore destinato al tifo organizzato e guai ad
attaccare un adesivo. Divieto, quest’ultimo, non rispettato da tutti.
Interessante il coro a rispondere fatto tra tifosi di sopra e quelli di sotto, momento unitario
per tutti i presenti con la sciarpa verde al collo.
Gli amici di Fox & Lucas si compattano partecipando attivamente al sostegno, pur non cantando in tedesco, ma seguendo
solo il ritmo con voce e mani. Nulla da registrare all’uscita, dove in maniera
composta si sono riversati i festanti
diretti a Brema. Le strade all’esterno dell’Arena erano presidiate capillarmente
dalle fdo. Qui le guardie hanno il numero identificativo, a differenza
dell’Italia.
Attimi di tensione solo prima di risalire sui torpedoni. Una piccola scaramuccia con i robocops e si
riparte alla volta del nord con la consapevolezza di essere stati guidati
dall’alto, da quella Curva Paradiso che non ci ha lasciato nemmeno per un
istante.
Fox & Lucas sono con noi!
L’interminabile viaggio di ritorno è bagnato dalla prelibata
birra locale, alternata da succulenti panini e da liquori quasi imbevibili. Il bruciore di
stomaco causato dalla bottiglia di Michelada resterà negli annali. La birra del
diavolo, detta anche preparada, è una micidiale bevanda alcolica messicana,
fatta con birra, succo di lime a spezie, salse, peperoncino sudamericano e succo
di pomodoro. Al secondo posto, invece, si classifica la brutta copia dell’amato
assenzio verde. La bottiglia di colluttorio verde resta mestamente piena e fa tremendamente rimpiangere il nostro Anthemis di Montevergine.
Tutto
sommato si è viaggiato in uno scenario caratteristico, estremamente bello e dai
mille significati.
Per la cronaca, Presiello
vince la lotteria interna riuscendo ad indovinare il risultato finale della
gara. Un due a zero pronosticato, senza appello, e letto dalla scuola di Piazza
Trescine.
Il cospicuo premio viene devoluto, naturalmente, ai diffidati di
Brema.
In questi casi non si ringrazia un fratello, ma
l’accoglienza della Brema Ultras è stata davvero di cuore. Un cuore verde che
unisce, oltre le differenze culturali tra due mondi apparentemente distanti, ma
riuniti dall’ideale ultras.
Torniamo piano piano sulle rive del Weser, rischiando di
perdere anche qualche elemento per strada a causa di un classico ritardo al bar. Altri trecento chilometri sulle spalle e si torna sotto la Curva dei ragazzi di Brema. Dopo i saluti
di rito si prepara il ritorno a casa di una parte del branco.
L’indomani per
qualcuno c’è la partenza in aereo, mentre il resto della banda ha il lusso di godersi un’altra sera in giro per le strade della città, tra fiumi di birra, kebab con i crauti, aneddoti e
risate.
Impeccabile l’organizzazione dei padroni di casa, che tra abbracci e
sorrisi, scambiano sciarpe, felpe e adesivi. La delegazione Irpina, infine, saluta con un brindisi la statua di
Rolando di Brema, simbolo di giustizia e libertà. Ora si attende l’estate per il secondo Fox Ever e anche a
Cervinara bolle qualcosa in pentola. L’essere Ultras non conosce limiti o barriere, divieti o
restrizioni, categorie o competizioni.
Essere Ultras, esserlo nella mente.
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