Le incredibili "tarantelle" con la Maddalonese (1993/94)
immagine tratta da Movimenti dell'altra Irpinia - archivio Massimo Zullo
Dopo anni di aspre divisioni interne e fratricide, la piazza
Cervinarese riuscì nella prima e ardua impresa di unire le forze per puntare in
alto e dare lustro al blasone ingiallito del Cervo. Dalla stagione 89/90
in seconda categoria l’Audax Cervinara riuscì ad arrivare in Promozione, senza
mai vincere un campionato sul campo. Il doppio salto fu costruito in Lega Calcio,
come ricordarono i cugini Martinari in un derby con lo striscione Noi
campioni, voi ripescati, a firma dell’Onda d’Urto. La gestione “Zì Giggin & Giannone” fu il primo vero passo, concreto, per la rinascita del calcio locale, dopo la difficile fusione di fine anni
ottanta.
La tifoseria iniziò ad organizzarsi sulle ali dell’entusiasmo fine a se stesso e non dopo cavalcate vincenti, feste e/o sfilate. Trionfare senza esultare sulle
gradinate non è il massimo per una tifoseria, ma nonostante ciò prese vita un movimento
che fino ai giorni nostri ha seguito in ogni angolo d’Italia l’Audax Cervinara.
Dalle partenze in Via Renazzo, dopo il pranzo in American Pizzeria, fino al
traghetto per sbarcare in Sicilia e toccare la Quarta serie con un Dito.
Movimenti dell’altra Irpinia, mensile cartaceo diretto da
Enzo Cioffi, nel numero di Gennaio/Febbraio 1994 riportò il burrascoso dopo gara
di Audax Cervinara/Maddalonese con un pezzo a firma di Giovanni Cioffi, girato a CervinarAudace dal prezioso collaboratore Massimo Zullo:
Gli sportivi speravano tanto negli ultimi due incontri che l’Audax
doveva disputare, incontri decisivi per inserirsi nella lotta per il primato.
Purtroppo, dopo dieci risultati utili consecutivi la squadra caudina impatta in
due giornate NO, perdendo con la Juve Circello sul campo neutro di Pietrelcina
e sul campo amico contro la Maddalonese. Al termine della partita col Circello
il presidente Mimmo Cioffi non ne fece un dramma, affermando che la sua squadra
era partita con la prospettiva di fare un soltanto buon campionato, ma non era
attrezzata per vincerlo.
Condannò i suoi ragazzi, protagonisti di una gara senza mordente, di non aver
impensierito minimamente gli avversari. Dunque, sconfitte meritate e ambizioni –
diciamo noi – ridimensionate.
Sport e violenza.
A ciò va aggiunto il comportamento violento da parte della
tifoseria ultras cervinarese che, al termine della partita con la Maddalonese,
ha dato vita ad una vera e propria guerriglia. Sono rimasti feriti l’arbitro e
i guardalinee, mentre tre giovani tifosi locali hanno riportato contusioni
varie. Da parte nostra piena condanna a queste manifestazioni che non hanno
nulla a che vedere con i valori sportivi, ma rappresentano semplici atti di
vandalismo.
In realtà le cose non andarono proprio come riportato da
Movimenti, che omise la carica a ventaglio da parte delle fdo. Infatti, nell’articolo si legge di tre giovani cervinaresi
feriti, ma non si capisce bene come. L'aggressione alla terna
arbitrale fu la logica conseguenza non tanto della sconfitta, bensì della clamorosa
marcatura annullata, verso lo scadere della diciannovesima battaglia dell'Audax.
Gli animi sulle gradinate andarono in
escandescenza ed i ragazzi del Commando Ultrà, in prima linea, lanciarono la caccia all'uomo, ma vennero fermati e dispersi.
Un paio di loro furono arrestati e portati in questura, a tutto gas, per essere
poi rilasciati in serata.
Scene d’altri tempi nel parcheggio del Canada. Fedelissimi e
Commando Ultrà erano tutti all’esterno sulle tracce dell’arbitro. Concitati
attimi di tensione. Volarono paccari & cauci, ma nulla di più. Degna
di nota la pioggia di sputi, molto di moda negli anni novanta, caduta sulle giacchette nere.
In quel marasma si staccarono dalla confusione i Rebels Ultrà.
In quel marasma si staccarono dalla confusione i Rebels Ultrà.
Gli Erreu avevano la strada sbarrata dalla gente e decisero di
risalire sulle gradinate per lanciare indisturbati decine di lattine colme di
vreccelle. Obiettivo l’arbitro e i suoi maledetti colleghi.
I Caschi blu,
invece, entrarono a valanga sugli spalti disperdendo i giovani ribelli, nati in quella stagione importante.
Casco, manganello e caccia al monello.
Caricati molti tra i presenti, senza mezzi termini, ma nel fuggi-fuggi vennero colpiti in modo del tutto casuale una ragazzina, suo padre e una giovane schiena ribelle.
All’epoca le leggi erano più morbide, non i manganelli, Non
ci furono strascichi giudiziali, per fortuna. Dopo quella rete annullata la Maddalonese prese il volo grazie ai trenta punti in diciannove giornate e restò in testa alla classifica fino alla fine. L’Audax inchiodato a ventitré, vide sfumare l’eventuale aggancio ai vertici dell'ostico girone A. Il Pietramelara diede filo da torcere ai cugini casertani della Maddalonese, ma si piazzò al secondo posto e venne miracolosamente ripescato in Eccellenza.
Il tifo organizzato viveva stagioni ruspanti. In Prima
categoria furono i Fedelissimi di Carmine Monetti a gestire l'ondata di passione viscerale del popolo Cervinarese. Il nuovo stadio fu il fiore all’occhiello delle strutture sportive in Valle Caudina. Aveva i
sediolini rossi numerati ed una capienza omologata per oltre settecento posti a sedere. La
successiva ammissione in Promozione fu la ciliegina sulla torta. I Fedelissimi
stamparono le prime sciarpe forza Cervinara e tutta la cittadina venne
coinvolta in questa nuova avventura, dopo anni in sordina all’ombra di Avellino
e Napoli, senza spalti e senza prospettive.
La sentita rivalità con i Martinari della Polisportiva 1982 completò
l’opera.
La sfida Caudina era innanzitutto tra l’Onda d’urto e il Commando Ultrà, gruppi
formati da decine e decine di appassionati di calcio e tifo genuino.
Non ci
furono incidenti di rilievo, ma gli sfottò tra fazioni erano
all’ordine del giorno. Presi di mira Enzo Schipani, calciatore biancorosso, che qualche anno dopo approdò, con ottimi risultati all'Audax in Eccellenza e mister Gianni Turtoro, allora capitano del SMVC, anche lui poi passato al Cervinara, non dopo qualche mugugno in seno alla tifoseria.
L’unico episodio di rilievo risale all'estate del 1993, quando la Polisportiva vinse il campionato di Prima Categoria e sfilò per le strade di
Cervinara. In Via Renazzo furono sottratte sciarpe e bandiere biancorosse alla carovana di
Martinari festanti in territorio nemico.
La reazione degli avversari arrivò
qualche mese dopo, anche se non legata direttamente ai fatti di Via Renazzo. Armati di bombolette vergarono alcune frasi sulle mura del
Canada, ovviamente di notte, dando un tocco di vivacità alle serate in Valle Caudina.
Gli Audaci Seguaci nella stagione 93/94 erano
addirittura suddivisi in tre frange: i Fedelissimi, il Commando Ultrà/Super Ciuk e
i piccoli Rebels Ultrà. Poco dopo sarebbero arrivati i Mods Supporters da una
costola del Commando Ultrà e dal nucleo primordiale degli Ultrà Cervo (1989).
Si passa
così, in pochi anni, da una versione club ultrà aperto a tutti, a una svolta prettamente
ultras, radicale, militante e ostile alle masse.
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