Interviste_uac: Giacomo Silietti.
Giacomo Siletti è un pezzo di
storia vivente dell’Audax Cervinara e da oltre 30 anni vive questa passione.
Inauguriamo questa nuova rubrica con lui, presente in quel di Bisaccia in mezzo
al nostro gruppo.
d- Partiamo con i ricordi legati
a questa maglia. Come è iniziato questo lungo percorso?
r- Ringrazio il vostro movimento
per la considerazione nei miei confronti. Il mio rapporto con il Cervinara ebbe
inizio nel lontano 1990 e da allora che i colori della squadra hanno in qualche
modo caratterizzato anche la mia vita. L’ingresso in società lo devo a Pietro
Valente che in quell'anno con zio Gigi Brevetti, il Ragionier Casale, mio zio e
Biagio Esposito cercavano di potenziare la società con la presidenza del dott. Mimmo Cioffi. Poco dopo ebbe inizio la cavalcata che ci portò in Eccellenza.
d-Prima della rinascita dell’U.S. Audax
Cervinara, negli anni 80 e del suo rilancio nei 90 grazie a “Zì Giggino &
Giannone”, quale Cervinara sostenevi? Chi rilanciò lo storico anno di
fondazione 1935, che da allora è la data di nascita “convenzionale” del calcio
locale?
r- La squadra che da piccolo e
giovane tifoso sostenevo era legata ai calciatori. In particolare a Joe Pizza, Starace,
Falzarano, o’ fagiolo, Carmine Chiacchio, Massaro e sopratutto alla presidenza del Commendator Roberto
Cioffi. Lo storico anno 1935 fu rilevato da una cartella che raggruppava l’inizio
della società con il numero di registrazione, appartenente al Commendator
Cioffi. Da allora fu il 1935 ad essere per noi l’anno zero del calcio a
Cervinara, anche se alcuni asseriscono che la data di nascita ufficiale del
calcio cervinarese risalga al 1923 o al 1927.
d- La stagione più Audace che hai vissuto in prima linea?
r- Tutte le stagioni mi hanno
visto in trincea, sia in veste di direttore sportivo, sia in quella di
dirigente. Tutte le sento mie, perché in quasi tutte ho deciso quasi sempre
scelte e risolto le problematiche. Sarebbe facile dire che la più bella risale
alla storica promozione in Eccellenza con Gianni “Meccia”Esposito, Ernesto Geloso,
Pasquale Cioffi, Gim Mauriello, il portiere Ruotolo, Massimo Pagnozzi, Gaetano
Romano, Peppino Valente e Peppe Albarelli. Sì, questa è Storia, perché eravamo
i migliori in tutto e avevamo un’organizzazione perfetta. Devo dire però, che anche
il ricordo della finale persa contro la Sanità Napoli è tra quelli che rimarrà impresso.
Vedere quasi 2000 persone e un tifo da serie B, non capiterà più nella mia vita
.
.
d- Qual è l’episodio più brutto
della tua carriera da dirigente e quello più triste da tifoso?
r- Il più brutto ricordo è l'anno
dell'alluvione, 1999/2000, con la relativa retrocessione in Promozione. All’epoca sarebbe bastato solo il nostro “Canada” per farci salvare, ma l’indisponibilità per i noti
eventi, legati alla tragica alluvione del 16 dicembre 1999, contribuì a quella
amara sorte.
d- Cervinara esporta calciatori,
allenatori e personaggi calcistici. E’ un bene portare il nome della nostra
cittadina ovunque o credi che sia meglio un ritorno a casa di tutti per
puntare, davvero, alla sogno della D?
r- La società del presidente
Mimmo Cioffi, quasi 26 anni fa, fece del rientro a Cervinara di super calciatori
Cervinaresi la sua copertina. All’epoca facemmo rientrare a casa, Gianni Esposito
dalla Calabria, Pasquale Cioffi, Gaetano Romano da categorie superiori e Peppe
Albarelli dall’Ischia Isola Verde, dopo un’esperienza nelle giovanili del Bari.
Ricordo che lui era un fuori quota di lusso. Poi in seguito fu la volta di Domenico
Mainolfi, di Renato Cioffi e Raffaele Monetti. Penso che se in futuro vorremo coltivare
sogni di categoria superiore, bisognerà andare in quella direzione, tracciata molti
anni fa.
d- Quali sono a tuo giudizio le rivalità più
accese del Cervinara e quali le più sentite?
r- Inutile dire che il derby ufficiale
è quello con la Polisportiva San Martino Valle Caudina, ma la vera rivalità
sentita nel sangue è quella con il m.sarchio. Realtà divise da due province e
dalla mentalità, ma che in comune hanno la caratteristica di dettar legge nel
calcio di oggi in Valle Caudina.
d- Vedere l’attaccante di razza Cervinarese,
Alessio Befi, con la maglia dei Pignatari che effetto ti fa da dirigente e da
tifoso?
r- Se permettete, Alessio Befi rientrò nel Cervinara
quando ho ricoperto il mio ultimo ruolo da direttore sportivo e ritengo che per
la fiducia data, prima all'uomo e poi al calciatore, forse ho contribuito in
qualche modo alla sua crescita professionale. Non bisogna dare giudizi sul passaggio
al m.sarchio, perché oltre a un rimborso economico giusto, ma in qualche modo
elevato per la categoria, lui ha sposato anche un progetto tecnico di crescita
a lungo termine. Quindi, per rivederlo con la nostra mitica Maglia dovremmo
fare un sacrificio economico e sopratutto aiutare il presidente Joe Ricci a
dotarsi di una struttura societaria più efficiente. Colgo l’occasione per
ringraziare di nuovo il presidente Joe per i sacrifici che sta portando avanti
e per l’impegno preso
.
.
d- Il tuo rapporto con gli Audaci Seguaci ti contraddistingue. Come
sono cambiati i tempi, dal Commando Ultrà agli Ultras Audax, passando per i
Mods, Rebels e i Fedelissimi? Raccontaci qualche episodio della Cervinara
Ultras che ti è restato nel cuore e nelle orecchie.
r- Ritengo senza ombra di dubbio
che il tifo organizzato dell’Audax Cervinara sia da sempre quello che ricalca l’evoluzione
del movimento ultras italiano in generale. Il confronto decennale con le tifoserie
che oggi militano in Lega Pro, la vecchia Serie C, ha caratterizzato anche la crescita del
nostro tifo. Oggi rimane il più apprezzato nell'ambito provinciale e molto conosciuto
anche a livello regionale. Per quanto mi riguarda, ho sempre stabilito rapporti
di collaborazione e comunicazione con i vari gruppi che nel tempo si sono
succeduti. Fui il fautore dell'acquisto, nei primi anni 90, delle famose torce
in uso al San Paolo di Napoli e addirittura negli anni di Eccellenza vi erano
venditori ambulanti del napoletano che venivano a Cervinara per vendere sciarpe
e bandiere.
d- Paganese, Real Paganese, Angri,
Sorrento, Scafatese e tante altre società hanno per i Cervinaresi un sinonimo:
l’Eccellenza…
r- L’Eccellenza. Un episodio
relativo al tifo che mi è rimasto impresso, tra i tantissimi, fu la presenza
dei nostri Ultras al Marcello Torre
di Pagani, nel primo anno di Eccellenza. I tifosi paganesi furono increduli, perché
a Pagani si vedevano poche tifoserie ospiti. Quel momento e quella immagine
resteranno sempre presenti nel mio cuore.
d-Infine, per le lettrici ed i
lettori di CervinarAudace, lo spazio in rete degli Ultras Audax Cervinara,
lasciamo a te, caro Giacomo, carta bianca per saluti e consigli e qualche “frecciatina”.
r- Un saluto particolare va voi,
senza falsa modestia. Ancora oggi, con generazioni diverse, portate avanti un
credo che difficilmente i paesi limitrofi capiscono. Il nostro tifo è
conosciuto e temuto anche perché noi Cervinaresi purtroppo viviamo solo di calcio.
Un consiglio è quello di sostenere sempre questa Maglia, a dispetto di chi la
indossa. Noi siamo unici e siamo la Storia sempre vivente. Gli altri sono improvvisati,
morti viventi e sopratutto non ultras, ma normali cittadini che si recano al
campo. Per Noi, invece, il campo è la
nostra casa e la nostra forza.
Ecco, una cosa vorrei chiedere. Quando
sarà, vorrei essere seppellito con la terra del nostro campo, la più onorata
rispetto a qualsiasi pervenuta
cittadina presente nella Valle Caudina.
Forza Audax Cervinara e onore e
merito ai suoi ultra'. Grazie per lo
spazio, ragazzi.
Grazie a te, Siliè!
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