martedì 28 ottobre 2014

Interviste_uac




Interviste_uac: Giacomo Silietti.

Giacomo Siletti è un pezzo di storia vivente dell’Audax Cervinara e da oltre 30 anni vive questa passione. Inauguriamo questa nuova rubrica con lui, presente in quel di Bisaccia in mezzo al nostro gruppo.
d- Partiamo con i ricordi legati a questa maglia. Come è iniziato questo lungo percorso?
r- Ringrazio il vostro movimento per la considerazione nei miei confronti. Il mio rapporto con il Cervinara ebbe inizio nel lontano 1990 e da allora che i colori della squadra hanno in qualche modo caratterizzato anche la mia vita. L’ingresso in società lo devo a Pietro Valente che in quell'anno con zio Gigi Brevetti, il Ragionier Casale, mio zio e Biagio Esposito cercavano di potenziare la società con la presidenza del dott. Mimmo Cioffi. Poco dopo ebbe inizio la cavalcata che ci portò in Eccellenza.

d-Prima della rinascita dell’U.S. Audax Cervinara, negli anni 80 e del suo rilancio nei 90 grazie a “Zì Giggino & Giannone”, quale Cervinara sostenevi? Chi rilanciò lo storico anno di fondazione 1935, che da allora è la data di nascita “convenzionale” del calcio locale?
r- La squadra che da piccolo e giovane tifoso sostenevo era legata ai calciatori. In particolare a Joe Pizza, Starace, Falzarano, o’ fagiolo, Carmine Chiacchio, Massaro  e sopratutto alla presidenza del Commendator Roberto Cioffi. Lo storico anno 1935 fu rilevato da una cartella che raggruppava l’inizio della società con il numero di registrazione, appartenente al Commendator Cioffi.  Da allora fu il 1935 ad  essere per noi l’anno zero del calcio a Cervinara, anche se alcuni asseriscono che la data di nascita ufficiale del calcio cervinarese risalga al 1923 o al 1927.

d- La stagione più Audace che hai vissuto in prima linea?
r- Tutte le stagioni mi hanno visto in trincea, sia in veste di direttore sportivo, sia in quella di dirigente. Tutte le sento mie, perché in quasi tutte ho deciso quasi sempre scelte e risolto le problematiche. Sarebbe facile dire che la più bella risale alla storica promozione in Eccellenza con Gianni “Meccia”Esposito, Ernesto Geloso, Pasquale Cioffi, Gim Mauriello, il portiere Ruotolo, Massimo Pagnozzi, Gaetano Romano, Peppino Valente e Peppe Albarelli. Sì, questa è Storia, perché eravamo i migliori in tutto e avevamo un’organizzazione perfetta. Devo dire però, che anche il ricordo della finale persa contro la Sanità Napoli è tra quelli che rimarrà impresso. Vedere quasi 2000 persone e un tifo da serie B, non capiterà più nella mia vita
.
d- Qual è l’episodio più brutto della tua carriera da dirigente e quello più triste da tifoso?
r- Il più brutto ricordo è l'anno dell'alluvione, 1999/2000, con la relativa retrocessione in Promozione. All’epoca sarebbe bastato solo il nostro “Canada” per farci salvare, ma l’indisponibilità per i noti eventi, legati alla tragica alluvione del 16 dicembre 1999, contribuì a quella amara sorte.

d- Cervinara esporta calciatori, allenatori e personaggi calcistici. E’ un bene portare il nome della nostra cittadina ovunque o credi che sia meglio un ritorno a casa di tutti per puntare, davvero, alla sogno della D?
r- La società del presidente Mimmo Cioffi, quasi 26 anni fa, fece del rientro a Cervinara di super calciatori Cervinaresi la sua copertina. All’epoca facemmo rientrare a casa, Gianni Esposito dalla Calabria, Pasquale Cioffi, Gaetano Romano da categorie superiori e Peppe Albarelli dall’Ischia Isola Verde, dopo un’esperienza nelle giovanili del Bari. Ricordo che lui era un fuori quota di lusso. Poi in seguito fu la volta di Domenico Mainolfi, di Renato Cioffi e Raffaele Monetti. Penso che se in futuro vorremo coltivare sogni di categoria superiore, bisognerà andare in quella direzione, tracciata molti anni fa.

d- Quali sono a tuo giudizio le rivalità più accese del Cervinara e quali le più sentite?
r- Inutile dire che il derby ufficiale è quello con la Polisportiva San Martino Valle Caudina, ma la vera rivalità sentita nel sangue è quella con il m.sarchio. Realtà divise da due province e dalla mentalità, ma che in comune hanno la caratteristica di dettar legge nel calcio di oggi in Valle Caudina.

d- Vedere l’attaccante di razza Cervinarese, Alessio Befi, con la maglia dei Pignatari che effetto ti fa da dirigente e da tifoso?
r- Se permettete, Alessio Befi rientrò nel Cervinara quando ho ricoperto il mio ultimo ruolo da direttore sportivo e ritengo che per la fiducia data, prima all'uomo e poi al calciatore, forse ho contribuito in qualche modo alla sua crescita professionale. Non bisogna dare giudizi sul passaggio al m.sarchio, perché oltre a un rimborso economico giusto, ma in qualche modo elevato per la categoria, lui ha sposato anche un progetto tecnico di crescita a lungo termine. Quindi, per rivederlo con la nostra mitica Maglia dovremmo fare un sacrificio economico e sopratutto aiutare il presidente Joe Ricci a dotarsi di una struttura societaria più efficiente. Colgo l’occasione per ringraziare di nuovo il presidente Joe per i sacrifici che sta portando avanti e per l’impegno preso
.
d- Il tuo rapporto con gli Audaci Seguaci ti contraddistingue. Come sono cambiati i tempi, dal Commando Ultrà agli Ultras Audax, passando per i Mods, Rebels e i Fedelissimi? Raccontaci qualche episodio della Cervinara Ultras che ti è restato nel cuore e nelle orecchie.
r- Ritengo senza ombra di dubbio che il tifo organizzato dell’Audax Cervinara sia da sempre quello che ricalca l’evoluzione del movimento ultras italiano in generale. Il confronto decennale con le tifoserie che oggi militano in Lega Pro, la vecchia Serie C, ha caratterizzato anche la crescita del nostro tifo. Oggi rimane il più apprezzato nell'ambito provinciale e molto conosciuto anche a livello regionale. Per quanto mi riguarda, ho sempre stabilito rapporti di collaborazione e comunicazione con i vari gruppi che nel tempo si sono succeduti. Fui il fautore dell'acquisto, nei primi anni 90, delle famose torce in uso al San Paolo di Napoli e addirittura negli anni di Eccellenza vi erano venditori ambulanti del napoletano che venivano a Cervinara per vendere sciarpe e bandiere.

d- Paganese, Real Paganese, Angri, Sorrento, Scafatese e tante altre società hanno per i Cervinaresi un sinonimo: l’Eccellenza…
r- L’Eccellenza. Un episodio relativo al tifo che mi è rimasto impresso, tra i tantissimi, fu la presenza dei nostri Ultras al Marcello Torre di Pagani, nel primo anno di Eccellenza. I tifosi paganesi furono increduli, perché a Pagani si vedevano poche tifoserie ospiti. Quel momento e quella immagine resteranno sempre presenti nel mio cuore.

d-Infine, per le lettrici ed i lettori di CervinarAudace, lo spazio in rete degli Ultras Audax Cervinara, lasciamo a te, caro Giacomo, carta bianca per saluti e consigli e qualche “frecciatina”.
r- Un saluto particolare va voi, senza falsa modestia. Ancora oggi, con generazioni diverse, portate avanti un credo che difficilmente i paesi limitrofi capiscono. Il nostro tifo è conosciuto e temuto anche perché noi  Cervinaresi purtroppo viviamo solo di calcio. Un consiglio è quello di sostenere sempre questa Maglia, a dispetto di chi la indossa. Noi siamo unici e siamo la Storia sempre vivente. Gli altri sono improvvisati, morti viventi e sopratutto non ultras, ma normali cittadini che si recano al campo. Per Noi, invece, il campo è la nostra casa e la nostra forza.
Ecco, una cosa vorrei chiedere. Quando sarà, vorrei essere seppellito con la terra del nostro campo, la più onorata rispetto a qualsiasi pervenuta cittadina presente nella Valle Caudina.
Forza Audax Cervinara e onore e merito ai suoi ultra'. Grazie per lo spazio, ragazzi.

Grazie a te, Siliè!

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