Prossimi avversari/ Scandone Montella
L’avversario di Coppa è il Montella, una piazza che non ha
un seguito costante. Il tifo organizzato nel paese della castagna si limita a
qualche fumogenata e qualche bandiera al vento. Ora sono arrivati in Promozione
dopo un testa a testa con la Galluccese di Avellino. Proprio con gli avellinesi
ci furono delle “tarantelle”.
Riportiamo l’articolo de Il Mattino sui presunti fatti di
Montella:
Sei denunce e altrettanti Daspo in Irpinia dopo i disordini
durante un derby di calcio minore.
I Carabinieri della Compagnia di Montella lo scorso 21
maggio erano intervenuti durante lo svolgimento della partita del tra la “ASD
Felice Scandone Montella” e la “Galluccese Calcio”, valevole per il Campionato
di calcio di 1^ Categoria – Girone E. Si
incontravano la prima e la seconda in classifica nell’ultima giornata del
campionato: la vincente avrebbe vinto il campionato e sarebbe stata promossa
alla categoria superiore.
L’importanza della partita aveva portato allo stadio oltre
500 persone ed una settantina di tifosi della Galluccese erano arrivati dal
Rione San Tommaso di Avellino.
Circa 10 i militari della Compagnia di Montella che erano
stati mandati lì per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica
erano stati costretti ad intervenire poiché nel corso della gara, al primo gol
della Scandone Montella, perché alcuni tifosi ospiti avevano danneggiato la
rete di recinzione che divideva il settore ospiti dal campo di gioco.
Al secondo gol del Montella, altre inottemperanze, così i
Carabinieri erano stati costretti ancora ad intervenire perché uno dei tifosi
aveva tentato, senza riuscirvi proprio perché fermato dai Carabinieri, di
divellere una delle due reti che divideva il settore ospite da quelli dei
tifosi locali.
Al termine della partita, vinta dalla Scandone Montella che
alla fine è stata promossa, durante il deflusso, gli stessi facinorosi avevano
tentato di forzare un cancello chiuso per evitare che le due tifoserie
potessero entrare in contatto. Anche in questo caso, solo il tempestivo
intervento dei Carabinieri in tenuta da Ordine Pubblico aveva permesso di
ristabilire l’ordine e di accompagnare i tifosi ospiti sui pullman per farli
rientrare nel capoluogo di provincia.
Solo le videoriprese e le fotografie effettuate dai
Carabinieri del Nucleo Operativo in borghese ha permesso di identificare 6
facinorosi, attraverso i singoli fotogrammi estrapolati: 5 residenti ad
Avellino ed uno a Serino, di età compresa tra 24 e 56 anni, alcuni dei quali
pregiudicati, sono stati denunciati in stato di libertà per “danneggiamento
aggravato” alla Procura della Repubblica di Avellino. Inoltre, i Carabinieri
hanno avviato la procedura per l’adozione della misura di prevenzione del
“divieto di accesso alle manifestazioni sportive” (D.A.Spo.), al fine di
evitare che gli stessi, in futuro, possano rendersi nuovamente protagonisti di
altri analoghi tafferugli.
La tifoseria locale, quindi, non segue in massa e non c’è
attaccamento. Ovviamente ora che sono in Promozione sulle ali dell’entusiasmo
potrebbe nascere qualcosa. Sono molti anni che la Scandone non incontra l’Audax
ed in passato non ci sono mai stati problemi
La squadra è intitolata a Felice Scandone, come la forte squadra
di pallacanestro di Avellino.
Ecco un interessante articolo tratto dalla rete:
La storiografia sportiva Partenopea ha adottato Felice come
giornalista napoletano. Ma in realtà era di Montella. Eccovi una breve ricerca
sulla storia del Ciuccio simbolo del Napoli Calcio, che fu trattata da Felice
Scandone. Per tutti da decenni è il simbolo indiscusso a cui rifarsi quando si
fa cenno alla storia del Napoli, eppure non molti conoscono alla perfezione
come sia nata l’idea di accostare il Ciuccio alla squadra azzurra, fino a
diventarne l’emblema. Niente, se non uno scritto del grande Felice Scandone,
indimenticato giornalista napoletano fondatore del “Mezzogiorno Sportivo”,
caduto in guerra nel 1940 su un aereo precipitato nel cielo di Torbuk, può
farci meglio luce sull’argomento. Per questo riportiamo questo storico
articolo, in cui si racconta la progenìa del simpatico e tanto amato ruminante,
scritto proprio da Scandone per “Calcio illustrato” nel 1933, stagione in cui
il Napoli di Mister Garbutt, del mitico portiere Cavanna, della bandiera
Pippone Innocenti, di Colombari “O’ banco e’ Napule”, di Carletto Buscaglia e
dell’esplosivo tridente d’attacco Vojak – Sallustro – Ferraris, faceva sognare
gli appassionati tifosi azzurri, contendendo lo scudetto a Juventus ed Inter e
riscattando finalmente la nomèa di asini moribondi!
Cosi' scriveva Felice figlio di Francesco Scandone noto
storico locale.
“Il ciuccio è l’emblema del Napoli e poche volte nella
storia della zoologia il testardo e umile animale ha fatto tanto parlare di sé,
come adesso. Gli è che da alcuni anni, ad opera di un popolare giornale
umoristico locale il “ciuccio” imperversa. Una volta era moribondo e Garbutt
fungeva da medico salvatore; un’altra volta si rialzava su due zampe, come un
nobile corsiero arabo o un rampante leone e poneva in fuga animali di sangue
infinitamente più azzurro. Erano, insomma, le alterne vicende del Napoli che,
dai primi anni disastrosi, era assurto gradatamente a stella di prima grandezza
del firmamento calcistico nazionale. Perché il bizzarro umore partenopeo abbia
scelto proprio il “ciuccio” per distinguere una grande società di calcio è una
storia un po’ lunga. Cerchiamo di abbreviarla il più possibile. Nella notte dei
tempi, nella vecchissima Napoli non so più di quale dominazione, un contadino,
Fichella, curava un vecchio asino, tanto carico di acciacchi da essere
ricoperto da tante piaghe. Inoltre, anche la coda del disgraziato ronzinante
era in pessime condizioni, cioè, a dirla alla napoletana, era “fraceta”. Il
Napoli al primo anno di Divisione Nazionale era il povero vaso di terracotta
tra vasi di ferro. In un intero campionato non racimolò che un misero punto
perché non riusciva nemmeno a trasformare in goal i calci di rigore… Era,
insomma, come il famoso asino del povero Fichella, del quale si racconta che
vegliasse la notte (Fichella, non l’asino, intendiamoci bene!) per cogliere i
fichi del suo vasto orto per caricare il carretto che doveva trasportare le
ceste al mercato, Ma l’asino percorreva appena poche centinaia di metri, poi si
abbatteva al suolo e non c’era verso di farlo rialzare. Il Napoli dei primi
anni era proprio come quest’asino. Anche quando riusciva qualche volta a
prendere il trotto (vale a dire quando otteneva qualche sporadica vittoria) era
per…pochissimo tempo. La classica corsa dell’asino, insomma. Come e perché il
“ciuccio” si sia trasformato in un bizzarro cavallino che quest’anno corre e
corre (e come!) è ormai storia che tutti conoscono. Ma in quel di Napoli non
vogliono sentirne di rinunziare al “ciuccio”. Forse perché si è, in fondo,
sempre un po’ scettici, conoscendo la…natura del poco nobile animale (chi nasce
asino non può morire cavallo…) forse perché si sono affezionati all’orecchiuto,
forse anche perchè il “ciuccio” è più intonato alla rumorosa, schietta e
caratteristica allegria napoletana”.
L'articolo è frutto di una ricerca storica fatta da Mario Parisi
Felice Scandone fondò e diresse il trisettimanale
"Mezzogiorno Sportivo", tra le riviste calcistiche all'epoca più seguite
in tutto il meridione. Come giornalista sportivo scrisse articoli per Il
Littoriale, il Roma, lo Sport Fascista ed il Ciclismo d'Italia. Il 23 giugno
1929 effettuò la prima radiocronaca di un incontro di calcio del Napoli. Dal
balcone della sede del Mezzogiorno Sportivo, comunicava alla folla sottostante
le fasi salienti dello spareggio giocato a Milano contro la Lazio, riferitegli da
un inviato telefonicamente.
A suo nome sono state intitolate la Piscina Felice Scandone
a Napoli, la Felice Scandone Basket Avellino ed il gruppo regionale
dell'U.S.S.I. Campania.
Carriera militare
Arruolato come tenente pilota della Regia Aeronautica, morì
durante un'azione di guerra, ai comandi del suo Savoia-Marchetti S.M.79, sui
cieli di Marsa Matruh, abbattuto dagli inglesi nella zona di Tobruk e
risultando poi disperso.
Onorificenze
Nel 1941 è stato insignito della medaglia di bronzo al valor
militare per le sue azioni durante la seconda guerra mondiale.
«Capo equipaggio di apparecchio da B.T., confermava, nelle
numerose e difficili azioni compiute su mare e su terra, le sue eccezionali
doti di pilota e di combattente, dimostrando sempre perizia e sprezzo del
pericolo. Durante un attacco contro un convoglio scortato da navi da guerra,
nonostante la violenta reazione avversaria che rendeva pericolosissima la
permanenza sull'obiettivo, portava efficacemente a termine la missione ricevuta
e cooperando all'affondamento di due piroscafi nemici. - Cielo del
Mediterraneo, 18-23 agosto 1940-XVIII e.F.»
Roma, 20 settembre 1941
Carriera sportiva
Fu un pioniere del calcio napoletano al pari di Alfredo
Reichlin, dei fratelli Scarfoglio e di Mario Argento. Da giovane giocò nel
ruolo di portiere nelle file del Naples F.B.C.. Nel 1917 a Roma, prese parte
all'amichevole vinta per 3-1 contro la Juventus Roma, mentre nel 1918 partecipò
alla Coppa Internazionale. Nel campionato 1927-1928, insieme a Mario Argento
affiancò dapprima il tecnico Rolf Steiger e poi il successore Ferenc Molnár. (tratto da Wikepdia)
La scheda
Squadra: A.s.d. Felice Scandone Montella
anno fondazione: 2008
colori: bianco azzurro
gruppi: /
amicizie: /
rivalità: Galluccese San Tommaso (Avellino)
Stadio: comunale
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