I guerrieri della notte (The Warriors)
Nel 1979 Walter Hill, gran maestro del cinema d'azione,
firmava il suo capolavoro seminale "The Warriors" tratto dal romanzo
omonimo di Sol Yurick, moderno e distopico western metropolitano ambientato in
una New York notturna e selvaggia dominata da decine di bande criminali, ognuna
con i propri abiti e simboli distintivi.
Sebbene ebbe un discreto successo
commerciale, la pellicola come da regola ottenne il suo status di cult-movie
col passare del tempo e contribuì all'affermazione del suo genere di
appartenenza come dimostra il successo due anni dopo di un film molto simile
per quanto riguarda ambientazione, atmosfere e persino caratterizzazione dei
personaggi, ovvero il capolavoro carpenteriano "1997-Fuga da New
York". Con una trama semplice che rimanda all'Anabasi dello storico
ateniese Senofonte (i Guerrieri, così come i diecimila mercenari ellenici,
devono tornare a casa attraverso territori nemici e difendersi dagli attacchi
delle bande dei quartieri attraversati) così come all'Odissea di Omero (il
lungo viaggio di ritorno irto di ostacoli; l'opposizione di una forza maggiore,
ovvero la banda dei Riffs che crede i Guerrieri responsabili dell'assassinio
del loro capo Cyrus; l'analogia tra la banda delle Lizzies e le sirene) Hill è
libero di sbizzarrirsi nella descrizione dei vari gruppi di teppisti, crea
tensione allentandola solo con qualche siparietto sapientemente dosato, riempie
di cruda violenza le esemplari scene d'azione girate con qualche ralenty ben
piazzato e un montaggio serratissimo, inonda i momenti al cardiopalma di musica
rock ed elettronica e non rinuncia a dare il giusto spessore ai protagonisti,
per i quali si finisce a fare il tifo nella lunga funga verso Coney Island.
Il
film è una lunga corsa a ostacoli senza attimo di tregua, in cui i nostri eroi
avranno a che fare parimenti con attacchi frontali e imboscate: non tutti ce la
faranno a tornare a casa sani e salvi e alcuni lasceranno la vita oppure la
libertà nel viaggio attraverso la giungla d'asfalto. La cosa più impressionante
di questo film è la capacità del regista di far calare lo spettatore nei panni
di un gruppetto di delinquenti permettendogli di assumere il loro punto di
vista e la loro mentalità, e questo è quanto mai evidente nella scena piazzata
a circa tre quarti di film, quando i Warriors sono sulla metropolitana in
procinto di arrivare alla loro meta, esausti a causa della lunga corsa: mentre
per tutto il tempo si ha avuto l'impressione che la città di New York fosse
essenzialmente divisa in sbirri e teppisti, con qualche raro avventore del
mondo "normale", all'improvviso sulla metropolitana quasi vuota
salgono due giovani coppiette vestite a festa, etichettabili come i classici
"figli di papà" (fra cui vi è anche una giovane Debra Winger).
Al
silenzio dovuto alla stanchezza dei Guerrieri fanno da contraltare il loro
cicaleccio allegro e le loro risate, fino a che non si accorgono dello sguardo
severo del leader Swan (Michael Beck) e di quello incerto di Mercy (Deborah Van
Valkenburgh). A questo punto mutano immediatamente atteggiamento e li fissano
al tempo stesso con sufficienza per il loro aspetto trasandato e con
preoccupazione per la paura di venire aggrediti e derubati o peggio. Mercy,
innervosita, forse per non venire giudicata solo in base al suo aspetto
trafelato e per gli abiti da poco, cerca di sistemarsi i capelli sfatti sulla fronte,
ma Swan con un secco movimento del braccio glielo impedisce e fissa con aria di
sfida i quattro rampolli, che preoccupati scendono dalla metro alla fermata
successiva. In questa scena vi è la consapevolezza della propria misera
condizione di vita, una vita vissuta all'ombra della delinquenza e nel degrado,
ma anche la dignità di Swan che fa capire a Mercy che non ha nulla da
nascondere o di cui vergognarsi. Non a caso questi sono i personaggi più
interessanti del film, a cui fa da contraltare Luther (David Patrick Kelly).
Swan è colui che diventa strada facendo il leader dei
Guerrieri: è autorevole e intelligente ma al tempo stesso giusto e
responsabile, è conscio di poter aspirare a una vita migliore ma è anche fedele
al suo ruolo e ha l'orgoglio del vero guerriero.
Mercy è la fidanzata del leader degli Orfani, banda di poco
peso e di scarso valore: ha imparato ad arrangiarsi nella vita, a non chiedere
niente a nessuno e a prendere ciò che può quando può. Rimane affascinata da
Swan, che considera diverso dagli altri delinquenti, tanto da seguirlo fino a
Coney Island.
Luther infine è il perfetto contraltare di Swan: violento,
irrazionale, psicotico, si comporta come un cane rabbioso ed uccide o fa del
male senza ragione o per puro divertimento. È lui che uccide Cyrus per poi dare
la colpa ai Warriors, è lui che con i suoi uomini invade il loro territorio per
sfidarli, è lui il primo a rompere la tregua fra le bande, è lui la causa
scatenante di tutti i conflitti: la parte malvagia, irrazionale ed animalesca
dell'essere umano.
"I guerrieri della notte" è uno dei manifesti del
cinema d'azione degli anni '70, già proiettato nel decennio successivo grazie
all'intraprendente regia e al senso del ritmo e dello spettacolo di Walter Hill
e alla sua forza anarchica e primordiale.
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