La rubrica Avversari
continua la sua analisi delle tifoserie avversarie incontrate nella stagione
2014-15. Purtroppo, alcune squadre non hanno tifoseria o il tifo è scomparso con il tempo.
Ci divertiremo a parlare delle caratteristiche peculiari che presentano le cittadine avversarie degli Ultras Audax Cervinara. Fino ad ora abbiamo parlato soprattutto della storia delle varie compagini del girone C di Promozione e da questo pezzo parleremo del campionato in corso e del loro andamento.
Ci divertiremo a parlare delle caratteristiche peculiari che presentano le cittadine avversarie degli Ultras Audax Cervinara. Fino ad ora abbiamo parlato soprattutto della storia delle varie compagini del girone C di Promozione e da questo pezzo parleremo del campionato in corso e del loro andamento.
Buona Lettura.
Prossimo Turno/ Pol. Solopaca Morcone
Vista l’assenza di tifoseria e di storia calcistica dei
prossimi avversari vi copiaincolliamo la storia della festa dell’uva tratta da
un articolo dalla Pro Loco sannita:
Parlare di Solopaca
senza pensare all'uva, al vino, alla festa dell'uva è oggi praticamente
impossibile. La coltivazione della vite affonda le radici in tempi
antichissimi. E come sempre avviene per ciò che è antico e costante, al lavoro
dei campi ed alla produzione del vino si sono intrecciati e collegati fatti ed
eventi di vita quotidiana sopravvissuti in racconti, documenti, storie e leggende
che hanno accompagnato la comunità solopachese lungo il corso dei secoli, dando
spazio e forme a tradizioni, folclore, usi e costumi.
In questo clima, ha
preso corpo e si è sviluppata la "Festa dell'Uva". La sua origine
risale al '700 quando la Confraternita locale celebrava la Festa
dell'Addolorata raccogliendo doni, soprattutto uva, trasportati su carri
addobbati, per poi essere venduti in un'asta pubblica.
Caduta in desuetudine
per un lungo periodo di tempo, la manifestazione è stata ripresa nel 1979 e
continua ininterrottamente fino ad oggi.
Elemento fondamentale
sono i carri allegorici, delle piccole opere d'arte, realizzati con chicchi di
uva dai bravi maestri carraioli, che ogni anno, con fantasia, bravura e
creatività riescono a comporre motivi, realizzare scene, interpretare soggetti
e temi da proporre al pubblico, durante la sfilata, la seconda domenica di
settembre di ogni anno. I carri d’uva di Solopaca sono un mirabile esempio di
come un elemento naturale, l’uva, nelle abili mani di artisti artigiani diventi
linguaggio, poesia, creatività cultura.
L’uva è la vera
protagonista, i suoi chicchi vengono pazientemente incollati uno ad uno dopo
un’accurata selezione per grandezza e sfumatura di colore per realizzare
l’effetto policromo. Un tempo i carri venivano ornati con grappoli interi e
dalla loro alternanza (bianchi e neri) si ricavava un effetto di chiaro-scuro.
Il loro significato era votivo ed economico: l’uva venduta, il ricavato
devoluto per la festa religiosa in onore dell’Addolorata la cui statua
interamente ricoperta di grappoli apriva la sfilata. Il significato di rito
propiziatorio è evidente e si riconnette agli antichissimi culti mediterranei
rivissuti alla luce della spiritualità cristiana.
Oggi il significato è
più laico ma non meno culturale. Il fine è quello di valorizzare il vino che in
quanto derivato dall’uva è un prodotto naturale, ma in quanto frutto del lavoro
umano è un tipico prodotto culturale. La manifestazione rappresenta, dunque,
uno "spaccato" storico-sociale di una tradizione: l'offerta votiva di
carri fatti d'uva a cui si è aggiunto un messaggio pubblicitario del prodotto:
il vino D.O.C
Dal 1998 la Festa
dell'Uva si è arricchita di un nuovo elemento: il Corteo Storico. Ispirato ai
personaggi principali della famiglia ducale dei Ceva-Grimaldi che hanno
governato Solopaca per circa due secoli (dal capostipite Cristoforo che
acquistò nel 1574 il Feudo di Telese con la terra di Solopaca, fino all’ultimo
discendente morto nel 1764), esso ripresenta e reinterpreta, anche in forma
fantasiosa, personaggi e fatti di quel periodo.
Musici, gruppi folk,
sbandieratori, addobbi, il tutto in uno scenario di costumi d'epoca creati per
l'occasione da una comunità laboriosa che riesce, almeno una volta durante
l'anno, a trovare un punto di incontro e a sentire il senso di appartenenza
alla propria terra.
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