domenica 26 febbraio 2017

TONY ADAMS | personaggi UAC



Personaggi_uac/ Tony Adams

Ecco una storica foto inviata da un vecchio UAC in trasferta a Londra.
Siamo all’Emirates Stadium e la statua nella foto è quella dedicata al celebre Tony Adams, una delle ultime bandiere ribelli di un calcio che è scomparso, affogato in divieti assurdi e piegato da scommesse legalizzate. Riportiamo la storia del Mr Arsenal, “quello” con la prima sciarpa degli Ultras Audax Cervinara.

Buona lettura.

Capitani coraggiosi, storie che non esistono quasi più, di calciatori che spendono tutta la loro carriera in un club. Storie di onore e orgoglio, fatte di cadute e di quella forza d'animo indispensabile per rialzarsi dopo aver toccato il fondo. Sempre con quello spirito che solo laggiù ad Albione sanno avere così.

UNA STATUA ALL'EMIRATES - Romford è un luogo speciale. È un sobborgo a nord di Londra, nel distretto (il borough) di Havering. A Romford nasce gente tipo Frank Lampard e Ray Parlour. Lì nasce Tony Alexander Adams, uno dei più forti difensori della storia del calcio inglese, bandiera dell'Arsenal, club che gli ha dedicato una statua all'Emirates Stadium, insieme a Herbert Chapman e Thierry Henry. Lui che però fu bandiera di Highbury, meraviglioso stadio oggi trasformato in comprensorio edilizio.

FAMOUS FOUR - Tony Adams è il ritratto di un calcio che faceva di valori come l'attaccamento viscerale alla maglia, il cuore infinito, l'umanità una questione di onore. Firma per l'Arsenal quando va ancora a scuola e non lo abbandonerà più. Esordisce in First Division nel 1983, e di lì a poco si stabilisce al centro della difesa dell'Arsenal fino a formare i famous four, la retroguardia dei Gunners degli anni '90. A destra c'è Lee Dixon, a sinistra Nigel Winterburn, al centro Steve Bould (successivamente sostituito da Martin Keown) e, ovviamente, Adams. Allenatore di quella squadra era George Graham, maestro del fuorigioco, che quando Adams ha soli 21 anni capisce già tutto e gli dà la fascia di capitano. Lui, Tony, la mollerà 14 anni dopo.

LA BATTAGLIA CON LA BOTTIGLIA - Purtroppo però Tony Adams non è solo calcio. La storia di Adams è quella di un calciatore alcolista, che in una autobiografia di grande successo pubblicata nel 1998 racconta di notti passate a bere e di mattine ad allenarsi con la giacca a vento, d'estate, per smaltire attraverso il sudore l'alcol ingerito. In quelle notti brave con lui c'è Ray Parlour, che oltre ad essere un centrocampista coi fiocchi è anche il suo mate di sempre. Adams racconta e si racconta nel pieno delle sue debolezze, che iniziano già negli anni '80 e nel Maggio 1990 suonano un pericoloso campanello d'allarme: Adams è vittima di un incidente d'auto terribile, in seguito al quale viene riscontrato nel suo sangue un tasso alcolemico quattro volte superiore al limite consentito. Non basterà, se è vero che sarà protagonista di una umiliante caduta dalle scale, sempre a causa dell'alcol, che gli costa 29 inspiegabili punti di sutura in testa.

LA CADUTA E LA RINASCITA - Ammetterà il suo alcolismo pubblicamente solo nel 1996. E come è caduto, si rialzerà riabilitandosi completamente anche grazie a Arséne Wenger, che gioca un ruolo importante nella sua seconda vita non solo calcistica, e al quale in cambio regalerà due titoli di Premier, giocando ad alti livelli fino al 2002, anno in cui dà l'addio al calcio attivo.

MR ARSENAL - Le sue 668 partite con i Gunners gli valgono il secondo posto in termini di presenze nella storia del club. In Nazionale, nella consueta Inghilterra che non vince mai e di cui sarà spesso capitano, alternandosi con Alan Shearer, giocherà 66 partite. Dopo il calcio giocato diventa allenatore, ma senza mai raggiungere i medesimi successi, solo per alcuni brevi intermezzi al Wycombe, al Portsmouth e persino in Azerbaigian. Insieme a Paul Merson, altro campione britannico dal gomito facile e ora riabilitato, guida adesso la Sporting Chance Clinic, un'associazione benefica che aiuta gli atleti con problemi di alcol. Quattro titoli nazionali, tre FA Cup, due Coppe di Lega e una Coppa delle Coppe. Insignito del titolo di Cavaliere all'Ordine dell'Impero Britannico. Il suo soprannome è “Mr Arsenal”. Storia di un capitano vero. Nella buona e nella cattiva sorte.


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