martedì 13 settembre 2016

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Prossimi avversari/ Scandone Montella

L’avversario di Coppa è il Montella, una piazza che non ha un seguito costante. Il tifo organizzato nel paese della castagna si limita a qualche fumogenata e qualche bandiera al vento. Ora sono arrivati in Promozione dopo un testa a testa con la Galluccese di Avellino. Proprio con gli avellinesi ci furono delle “tarantelle”.
Riportiamo l’articolo de Il Mattino sui presunti fatti di Montella:


Sei denunce e altrettanti Daspo in Irpinia dopo i disordini durante un derby di calcio minore.
I Carabinieri della Compagnia di Montella lo scorso 21 maggio erano intervenuti durante lo svolgimento della partita del tra la “ASD Felice Scandone Montella” e la “Galluccese Calcio”, valevole per il Campionato di calcio di 1^ Categoria – Girone E.  Si incontravano la prima e la seconda in classifica nell’ultima giornata del campionato: la vincente avrebbe vinto il campionato e sarebbe stata promossa alla categoria superiore.
L’importanza della partita aveva portato allo stadio oltre 500 persone ed una settantina di tifosi della Galluccese erano arrivati dal Rione San Tommaso di Avellino.
Circa 10 i militari della Compagnia di Montella che erano stati mandati lì per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica erano stati costretti ad intervenire poiché nel corso della gara, al primo gol della Scandone Montella, perché alcuni tifosi ospiti avevano danneggiato la rete di recinzione che divideva il settore ospiti dal campo di gioco.
Al secondo gol del Montella, altre inottemperanze, così i Carabinieri erano stati costretti ancora ad intervenire perché uno dei tifosi aveva tentato, senza riuscirvi proprio perché fermato dai Carabinieri, di divellere una delle due reti che divideva il settore ospite da quelli dei tifosi locali.
Al termine della partita, vinta dalla Scandone Montella che alla fine è stata promossa, durante il deflusso, gli stessi facinorosi avevano tentato di forzare un cancello chiuso per evitare che le due tifoserie potessero entrare in contatto. Anche in questo caso, solo il tempestivo intervento dei Carabinieri in tenuta da Ordine Pubblico aveva permesso di ristabilire l’ordine e di accompagnare i tifosi ospiti sui pullman per farli rientrare nel capoluogo di provincia.
Solo le videoriprese e le fotografie effettuate dai Carabinieri del Nucleo Operativo in borghese ha permesso di identificare 6 facinorosi, attraverso i singoli fotogrammi estrapolati: 5 residenti ad Avellino ed uno a Serino, di età compresa tra 24 e 56 anni, alcuni dei quali pregiudicati, sono stati denunciati in stato di libertà per “danneggiamento aggravato” alla Procura della Repubblica di Avellino. Inoltre, i Carabinieri hanno avviato la procedura per l’adozione della misura di prevenzione del “divieto di accesso alle manifestazioni sportive” (D.A.Spo.), al fine di evitare che gli stessi, in futuro, possano rendersi nuovamente protagonisti di altri analoghi tafferugli.

La tifoseria locale, quindi, non segue in massa e non c’è attaccamento. Ovviamente ora che sono in Promozione sulle ali dell’entusiasmo potrebbe nascere qualcosa. Sono molti anni che la Scandone non incontra l’Audax ed in passato non ci sono mai stati problemi
La squadra è intitolata a Felice Scandone, come la forte squadra di pallacanestro di Avellino. 
Ecco un interessante articolo tratto dalla rete:

La storiografia sportiva Partenopea ha adottato Felice come giornalista napoletano. Ma in realtà era di Montella. Eccovi una breve ricerca sulla storia del Ciuccio simbolo del Napoli Calcio, che fu trattata da Felice Scandone. Per tutti da decenni è il simbolo indiscusso a cui rifarsi quando si fa cenno alla storia del Napoli, eppure non molti conoscono alla perfezione come sia nata l’idea di accostare il Ciuccio alla squadra azzurra, fino a diventarne l’emblema. Niente, se non uno scritto del grande Felice Scandone, indimenticato giornalista napoletano fondatore del “Mezzogiorno Sportivo”, caduto in guerra nel 1940 su un aereo precipitato nel cielo di Torbuk, può farci meglio luce sull’argomento. Per questo riportiamo questo storico articolo, in cui si racconta la progenìa del simpatico e tanto amato ruminante, scritto proprio da Scandone per “Calcio illustrato” nel 1933, stagione in cui il Napoli di Mister Garbutt, del mitico portiere Cavanna, della bandiera Pippone Innocenti, di Colombari “O’ banco e’ Napule”, di Carletto Buscaglia e dell’esplosivo tridente d’attacco Vojak – Sallustro – Ferraris, faceva sognare gli appassionati tifosi azzurri, contendendo lo scudetto a Juventus ed Inter e riscattando finalmente la nomèa di asini moribondi!

Cosi' scriveva Felice figlio di Francesco Scandone noto storico locale.

“Il ciuccio è l’emblema del Napoli e poche volte nella storia della zoologia il testardo e umile animale ha fatto tanto parlare di sé, come adesso. Gli è che da alcuni anni, ad opera di un popolare giornale umoristico locale il “ciuccio” imperversa. Una volta era moribondo e Garbutt fungeva da medico salvatore; un’altra volta si rialzava su due zampe, come un nobile corsiero arabo o un rampante leone e poneva in fuga animali di sangue infinitamente più azzurro. Erano, insomma, le alterne vicende del Napoli che, dai primi anni disastrosi, era assurto gradatamente a stella di prima grandezza del firmamento calcistico nazionale. Perché il bizzarro umore partenopeo abbia scelto proprio il “ciuccio” per distinguere una grande società di calcio è una storia un po’ lunga. Cerchiamo di abbreviarla il più possibile. Nella notte dei tempi, nella vecchissima Napoli non so più di quale dominazione, un contadino, Fichella, curava un vecchio asino, tanto carico di acciacchi da essere ricoperto da tante piaghe. Inoltre, anche la coda del disgraziato ronzinante era in pessime condizioni, cioè, a dirla alla napoletana, era “fraceta”. Il Napoli al primo anno di Divisione Nazionale era il povero vaso di terracotta tra vasi di ferro. In un intero campionato non racimolò che un misero punto perché non riusciva nemmeno a trasformare in goal i calci di rigore… Era, insomma, come il famoso asino del povero Fichella, del quale si racconta che vegliasse la notte (Fichella, non l’asino, intendiamoci bene!) per cogliere i fichi del suo vasto orto per caricare il carretto che doveva trasportare le ceste al mercato, Ma l’asino percorreva appena poche centinaia di metri, poi si abbatteva al suolo e non c’era verso di farlo rialzare. Il Napoli dei primi anni era proprio come quest’asino. Anche quando riusciva qualche volta a prendere il trotto (vale a dire quando otteneva qualche sporadica vittoria) era per…pochissimo tempo. La classica corsa dell’asino, insomma. Come e perché il “ciuccio” si sia trasformato in un bizzarro cavallino che quest’anno corre e corre (e come!) è ormai storia che tutti conoscono. Ma in quel di Napoli non vogliono sentirne di rinunziare al “ciuccio”. Forse perché si è, in fondo, sempre un po’ scettici, conoscendo la…natura del poco nobile animale (chi nasce asino non può morire cavallo…) forse perché si sono affezionati all’orecchiuto, forse anche perchè il “ciuccio” è più intonato alla rumorosa, schietta e caratteristica allegria napoletana”.
L'articolo è frutto di una ricerca storica fatta da Mario Parisi

Felice Scandone fondò e diresse il trisettimanale "Mezzogiorno Sportivo", tra le riviste calcistiche all'epoca più seguite in tutto il meridione. Come giornalista sportivo scrisse articoli per Il Littoriale, il Roma, lo Sport Fascista ed il Ciclismo d'Italia. Il 23 giugno 1929 effettuò la prima radiocronaca di un incontro di calcio del Napoli. Dal balcone della sede del Mezzogiorno Sportivo, comunicava alla folla sottostante le fasi salienti dello spareggio giocato a Milano contro la Lazio, riferitegli da un inviato telefonicamente.
A suo nome sono state intitolate la Piscina Felice Scandone a Napoli, la Felice Scandone Basket Avellino ed il gruppo regionale dell'U.S.S.I. Campania.

Carriera militare
Arruolato come tenente pilota della Regia Aeronautica, morì durante un'azione di guerra, ai comandi del suo Savoia-Marchetti S.M.79, sui cieli di Marsa Matruh, abbattuto dagli inglesi nella zona di Tobruk e risultando poi disperso.

Onorificenze
Nel 1941 è stato insignito della medaglia di bronzo al valor militare per le sue azioni durante la seconda guerra mondiale.
«Capo equipaggio di apparecchio da B.T., confermava, nelle numerose e difficili azioni compiute su mare e su terra, le sue eccezionali doti di pilota e di combattente, dimostrando sempre perizia e sprezzo del pericolo. Durante un attacco contro un convoglio scortato da navi da guerra, nonostante la violenta reazione avversaria che rendeva pericolosissima la permanenza sull'obiettivo, portava efficacemente a termine la missione ricevuta e cooperando all'affondamento di due piroscafi nemici. - Cielo del Mediterraneo, 18-23 agosto 1940-XVIII e.F.»
Roma, 20 settembre 1941

Carriera sportiva
Fu un pioniere del calcio napoletano al pari di Alfredo Reichlin, dei fratelli Scarfoglio e di Mario Argento. Da giovane giocò nel ruolo di portiere nelle file del Naples F.B.C.. Nel 1917 a Roma, prese parte all'amichevole vinta per 3-1 contro la Juventus Roma, mentre nel 1918 partecipò alla Coppa Internazionale. Nel campionato 1927-1928, insieme a Mario Argento affiancò dapprima il tecnico Rolf Steiger e poi il successore Ferenc Molnár. (tratto da Wikepdia)

La scheda
Squadra: A.s.d. Felice Scandone Montella
anno fondazione: 2008
colori: bianco azzurro
gruppi: /
amicizie: /
rivalità: Galluccese San Tommaso (Avellino)

Stadio: comunale

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